Sono gli oranghi dell’ Indonesiana a rischio estinzione a causa dei milioni di ettari di foreste che vengono distrutte ogni anno nel sud est asiatico per la produzione della carta. Spesso sono operazioni illegali e incontrollate ad uso e consumo delle grosse multinazionali della carta, che oltre all’estinzione di importanti specie animali, creano grossi conflitti con le realtà locali e accelerano il cambiamento climatico causando grandi emissioni di gas serra.
Greenpeace, in occasione del Salone del Libro di Torino, ha dato vita a un’iniziativa che coinvolge l’editoria del nostro paese e ha deciso di stilare una classifica da cui emerge che il 75% degli editori italiani non conosce la provenienza della carta con cui produce i suoi libri.
L’Italia è il più importante acquirente di carta indonesiana, ma a quanto pare, la maggioranza degli editori sembrano ignorare questo fattore.
Solo alcuni editori hanno scelto di utilizzare carta ecosostenibile, altri non se ne sono neanche posti il problema, altri ancora si sono rifiutati di fornire informazioni a riguardo.
Uno dei volontari che ha indossato per ore il pesantissimo e caldissimo costume da orango, mi ha appena raccontato che la gente, alla parola Greenpeace, risponde con curiosità, accetta con un sorriso il loro volantino e spesso si presenta allo stand (PAD 2 F133) per chiedere ulteriori informazioni.
Speriamo che questa operazione possa in qualche modo sensibilizzare gli editori italiani a intraprendere una politica ecosostenibile che non solo non comporterebbe alcun costo aggiuntivo, ma al contrario li renderebbe complici di un grosso progetto d’amore e rispetto per il nostro pianeta.
Per maggiori info c’è un bell’articolo su greenme.it.
Wikipedia offre un panorama dettagliato sugli effetti dei mutamenti climatici sia per quanto riguarda quelli causati dall’uomo sia quelli relativi alla naturale evoluzione del nostro pianeta.
UPDATE: Questa mattina gli attivisti di Greenpeace hanno messo in atto una dimostrazione di protesta allo stand della Feltrinelli per ricordare il disinteresse della casa editrice per i temi dell’ecosostenibilità. Qui troverete tutte le immagini.