Non ho mai amato le persone tattili, quelle, cioè, che necessitano di un’ interazione tattile a supporto dei propri disperati tentativi di attrarre l’altrui attenzione.
Insomma, il tatto non è tra i miei sensi preferiti. In casi di confidenza moderata tra gli esseri umani, il tatto mi infonde meno sensazioni e suggestioni di quanto possa fare uno sguardo, un odore o un sapore.
O forse più semplicemente i miei recettori vanno “oleati” un po’…
La mia freddezza per la tattualità si trasforma in manifesta avversione per ogni forma di touchscreen, primi fra tutti lo schermo tattile più glam che esista, quello dell’iPhone!
Per non sentirmi più dire come sei lenta sono costretta a nascondermi in angoli bui e persino in anfratti perigliosi pur di non mettere a repentaglio una reputazione geek che faticosamente sto cercando di costruire giorno dopo giorno.
E proprio mentre sconsolata cedo all’idea di una mia prossima conformazione a tale dispositivo, ecco che trovo in rete evoluzioni stupefacenti di forme di interazione tattile!
Sto parlando nel nuovo dispositivo Skinput che consiste in un touchscreen di pelle umana! Che detto così fa rabbrividire, nella realtà si tratta di utilizzare il corpo umano come schermo su cui proiettare tutte le informazioni attraverso un semplice pico projector come questo. Per fruire di tale tecnologia è necessario indossare una fascia dotata di microtrasduttori che misurano la pressione del contatto.
E ovviamente a tale congegno non si può certo negare una fruibilità wireless!
Ci adegueremo anche a questo! E’ proprio ‘na fatica potersi fregiare del titolo onorifico di geek