Il titolo fuorviante non rende giustizia alle potenzialità di un film che fa sì parte di un franchise, ma che ha in sé la forza per differenziarsi e regalarci la suggestione di una nuova saga fantascientifica.
L’alba del Pianeta delle scimmie non è il Pianeta delle Scimmie.
E’ la prima riflessione che ho fatto ieri all’invito che mi ha riservato la 20th Century Fox alla Casa del Cinema di Roma dove ho potuto assitere a dei contenuti inediti sul film che uscirà in Italia il 23 settembre 2011 per la regia di Rupert Wyatt.
Il film racconta la storia di Caesar uno scimpanzè dall’intelligenza manipolata da esperimenti genetici compiuti dall’uomo.
Lo scontro è inevitabile.
Gli effetti speciali di motion capture restituiscono in maniera credibile i dettagli e le sfumature dei sentimenti e delle emozioni umane che Caesar esprime durante il corso degli eventi, complice una storia dettata da dinamiche relazionali tutto sommato semplici, ma di forte impatto emotivo.
Caesar è il condottiero della sua storia di rivendicazione che appartiene anche a tutti.
Il suo punto di vista porta avanti la narrazione con impeto facendoti dimenticare la sua natura animale, che non è, come può apparire ad una prima lettura, l’insight della sua ribellione, ma sembra essere il pretesto per raccontare la percezione della diversità.
Gli effetti speciali del film sono realizzati da Weta, la compagnia di Peter Jackson che reso straordinarie pellicole come Avatar e la trilogia de Il Signore degli Anelli.
Ma qui non ci torviamo su un altro pianeta con scenari da sogno.
Caesar è parte del nostro mondo, Caesar è uno di noi.