Anna Maria Cancellieri, Paola Severino ed Elsa Fornero sono i nomi che stavamo aspettando di sentire.
Ancora una volta la partecipazione femminile ai grandi eventi che coinvolgono il paese viene vissuta come un fattore di straordinarietà tanto che il Presidente del Consiglio Mario Monti ha sentito la necessità di sottolineare che “sono affidati a personalità femminili ministeri di grande rilievo”.
Non fraintendetemi, ne sono felice, anche se non conosco queste donne, tuttavia un leggero brivido di fastidio l’ho provato quando ho sentito queste parole. Una sensazione contrastante si è impadronita di me: la speranza che finalmente qualcosa stia cambiando e il fastidio nel pensare che siamo di fronte a una strada ancora lunga. In un attimo ho come preso ancora di più coscienza di quanto lavoro ci sia da fare.
Sono di fatto contraria alle quote rosa come concetto, ma è giusto e doveroso che ci siano.
Monti ha fatto bene a sottolineare la presenza di donne in ruoli chiave, ma questa segnalazione aveva il sapore di una concessione piuttosto che di un diritto. E non certo per colpa del Premier, ma per colpa di un sistema che mi auguro queste donne possano riuscire a incrinare attraverso un lavoro che non abbia come peculiarità la femminilità, ma piuttosto l’onesta, la serietà e la competenza.
Non mi resta che augurare un in bocca al lupo a tutto il nuovo governo.
La “straordinarietà” delle donne al governo
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