Speravo di veder comparire da un momento all’altro l’ombra claudicante del Doc. House, ma ormai non potevo più aspettarlo. Era giunto il momento di sdraiarmi dentro l’ingombrante scaldabagno magnetico.
“Non sentirai dolore, solo dei rumori fastidiosi “. L’infermiere richiuse la porta dietro di sé.
Dopo pochi secondi onde radio elettromegnetiche hanno dato il via al loro gioco sadico: stuzzicare i miei già irrequieti nuclei di idrogneo. Poveretti! Nenache il tempo di ritornare al proprio posto e nuove onde perseveranti ritornavano a scalzarli dal loro equilibrio. Lentamente si stava delineando l’immagine tridimensionale del mio cervello, che nel frattempo cercava di elaborare gli stimoli sensoriali a cui era sottoposto.
BUM BUM TAC TAC STOMP STOMP CRASH RUUU IHIH TOMP TOMP… Mi sentivo ignara protagonista di una di quelle isteriche installazioni di videoarte che raccontano le angosce esistenziali attraverso immagini e suoni distorti… NOOOOOOOOO!!!
Dopo un quarto d’ora ogni cosa è tornata al proprio equilibrio. Ero un solo un po’ frastornata, ma abbastanza per giustificare un piccolo dolce peccato di gola.
Piccola nota a margine: oltre al peccato di gola, ti sei regalata anche un indimenticabile frullato al gusto “caciotta e banana…
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