Gnocchi “arraviolati” con cuore di baccalà mantecato

Anche questa ricetta è figlia delle tante ricette in cui inciampo tra web e televisione. Le seguo, le osservo, mi appassiono, mi ci confronto, sbaglio, risbaglio,  taglio, cucio e alla fine do’ vita a intrugli interessanti come il piatto principale del cenone di questo Capodanno.

Le quantità sono state pensate per 2 persone, ma in realtà ci mangiano con soddisfazione 4 persone!

INGREDIENTI

per l’impasto dei ravioli:

1/2 Kg di patate a pasta bianca
200 g di farina
2 uova
sale

per il cuore:

200 g. di baccalà già ammollato
1/2 bicchiere di olio
2 bicchieri di latte
aglio
acciughe
sale q.b.
prezzemolo

per il sugo:

pomodori (io ho usato una volta il pomodoro fresco e una volta i fior di filetto della Cirio che sono stati più saporiti)
olive taggiasche Continua a leggere

25 novembre: Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne

Oggi 25 novembre è la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne e oggi ho voglia di far sentire la mia voce.
La violenza si nasconde spesso dietro storie di ordinaria follia familiare e il suo urlo è schiacciato dalla paura, dalla solitudine e dall’indifferenza.
La stessa indifferenza nemica di un’altra violenza, quella subita da tutte le donne che lottano ogni giono contro le continue discriminazioni, spesso alimentate da altre donne che cercano identità e riconoscibilità attraverso la svendita di se stesse.
Violenza è negare il naturale diritto di integrazione delle donne nel tessuto sociale e professionale.
Violenta è una legislazione incancrenita che imbavaglia la naturale evoluzione della collettività.
Violenta è una comunicazione che parla per stereotipi.
Violenta è la politica che non riconosce alle donne le loro capacità di leadership.
Violenti sono i valori imposti da un’educazione retrograda e ottusa di fronte alla potenza creativa e rivoluzionaria delle innovazioni economiche sociali e tecnologiche.
Violenta è la mentalità che non vede nella maternità un valore aggiunto che per di più consente di delineare strategie di efficienza e concretezza anche in ambito lavorativo.
Violente sono le politiche del lavoro che costringono le donne a delle scelte obbligate che moritificano le carriere.
Per tali ragioni vorrei segnalare alcune realtà di donne che si sono messe insieme e, attraverso la rete, propongono nuovi modelli culturali mai così vicini alla naturalità della vita.

DonnePensanti

Senza donne

Mamme acrobate

Diario di una femminista

Popolo Rosa

Mestiere di mamma

Mamme nella rete

Girl Geek Life

la mailing list di donne@softwarelibero.com

Il corpo delle donne

E in una giornata come questa può avere un significato in più rivedere le immagini del documentario di Lorella Zanardo Il corpo delle donne.

P.S. Sul web è pieno di altre realtà, se le conoscete vi pregherei di segnalarle.

Un Karma Pesante

Eugenia Viola non insegue alcun sogno, se non quello, inconsapevole, di trovare se stessa.
E si cerca prima nel miraggio londinese, poi in una Milano patinata e in una New York individualista.
Sembra non soffrire mai veramente e con naturalezza indossa jeans o tailleur all’occorrenza.
Al suo ritorno il proprio mondo interiore diventa un’ombra dietro la frenesia del lavoro più bello del mondo.

Un giorno si trova costretta a fermarsi e tutto le sembra diverso. Ma tutto è come prima.
Il suo sguardo, invece, comincia a percepire una bellezza fino ad allora sconosciuta.

E’ la  vita  a condurre il gioco ed Eugenia è protagonista di un film scritto dalle persone che sfiorano la sua vita.
Ma in fondo le persone che accogliamo, le scegliamo perché  hanno un po’ di ciò che vorremmo essere e un po’ di ciò che disprezziamo. E in questa catarsi viviamo l’illusione di essere persone migliori.

Eugenia non fugge, lei semplicemente va dove la porta l’istinto, senza un piano, senza una meta e ogni luogo diventa il suo luogo, e quando la sintonia svanisce, va da un’altra parte, guidata da un destino che non le fa promesse.
Eugenia sembra quasi sterile, come tutta la sua narrazione. Una storia che ha un inizio qualunque e un finale improvvisato. Restituisce un personaggio poco attraente, quasi noioso con il quale è difficile instaurare una qualunque tipo di relazione. Come se un muro di parole non scritte impedisse uno scambio di emozioni ancor più necessario quando si racconta una storia che non ha trama e che dovrebbe svolgersi attraverso l’energia dei personaggi e dei loro legami col mondo.

Si legge tutto d’un fiato Karma Pesante, perché speri fino alla fine che arrivi non un finale d’effetto, ma quanto meno una rivelazione non così banale.

La storia scivola via con facilità, attraverso due piani narrativi che si avvicinano e si allontanano con grazia, merito anche della scrittura semplice e lineare, che però si porta dietro il carico di quel contagioso karma pesante di cui nessun lettore ha bisogno.

Forse, avendo superato da tempo la masochistica età dell’inquietudine, l’intimità di Eugenia, non trova corrispondenze nella mia e mi lascia semplicemente la delusione per una storia troppo comune ai limiti dell’indifferenza.

#GGDcamp, un nuovo format per le GGD Bologna

Le GGD Bologna hanno sperimentato un nuovo format per raccontare la diffusa Paura della Rete, un tema importante e un problema contingente, che ha bisogno di essere analizzato in tutte le sue sfumature per riuscire a capire quali possano essere gli interventi da attuare al fine di svelare la più elementare delle verità e cioè che la rete può essere innovazione, progresso ed emancipazione.

La tecnofobia è un disturbo che si fonda sulla paura del cambiamento sociale e che in ogni società ha delle spiegazioni endemiche e specifiche.
La rete fa paura perchè informa, perchè mette le verità, anche quelle più scomode, alla portata di tutti e ha una velocità di propagazione delle informazioni che non è controllabile

Tante voci fanno il pensiero critico e il pensiero critico porta al cambiamento.
I modelli di business (dell’industria editoriale, discografica, cinematografica, delle grandi aziende,dei governi, delle lobby…) non possono più esimersi dalla necessità di essere ridisegnati. Ma ecco che gli equilibri si scompaginano, i privilegi vengono a mancare e le certezze perdono di consistenza, nel bene e nel male.
La paura del confronto cancella il valore della condivisione e rallenta il naturale progressivo corso dell’umanità che, fortunatamente, ha ormai preso una direzione dalla quale non può più tornare indietro.

Programma ggdcamp

Il padre e lo straniero

Diego è un padre ingabbiato nell’incapacità di relazionarsi con l’handicap del figlio.
Walid invece, ama il proprio figlio incondizionatamente.

Si incontrano, apparentemente per caso, nel giardino dell’istituto di riabilitazione dei loro bambini e dalla loro diversità nasce un’amicizia forte che si rinsalda nella difficoltà di una quotidianità che inizia melensa, supera i confini della retorica più scialba, e prende la forma di un ridicolo intrigo internazionale.

Il padre e lo straniero è un film deprecabile, soprattutto per la sua presunzione nel volersi ammantare di un’aura intellettuale, mistica e autoriale. E tale pretesa risulta ancora più indecorosa di fronte al mare di difficoltà nel quale, a stento, il cinema italiano di qualità riesce a tenersi a galla.

I personaggi, in equilibrio precario su una trama mal tessuta e messa in scena per immagini accatastate, seguono faticosamente un registro drammaturgico incerto e, in punta di piedi, precipitano in improvvisi e incomprensibili punti di svolta emotivi. Perdono via via credibilità e ci restituiscono un’ambientazione fittizia e sgangherata in cui ormai nulla ha più senso e tutto risulta così artefatto da restituire una sensazione di sgradevolezza allo spettatore, tradito dalla potenziale buona premessa di racconto.

Il Bene e il Male si confondono nella narrazione grossolana e nei dialoghi descrittivi e disarmanti e macchiano di mediocrità la potenza espressiva, filosofica ed esistenziale delle parole del saggio Walid.

Non c’è amore per le immagini, né tanto meno per le  parole, ma solo quella irritante sensazione di una bella storia soffocata da un’indisponente presunzione poetica.

GGD Roma #6 e poi?

E anche la GGD Roma #6 è stata un successo!

La mente si resetta e dimentica di colpo la fatica della preparazione e gli indugi nel mascherare, dietro a un microfono, l’emotività forte che sottende la responsabilità di dare voce al nostro desiderio di condivisione.
Poi arriva il tempo dei sentimenti e delle emozioni che si arrogano prepotentemente il ruolo di protagonisti assoluti.

A distanza di due giorni, nonostante la vita sia ritornata ai soliti (frenetici) ritmi, l’adrenalina si fa ancora sentire e si confonde con l’entusiasmo per un nuovo obiettivo, la GGD Roma #7!

Ma adesso è tempo di bilanci, per valutare obiettivamente  limiti e potenzialità inespresse.

La strada è lunga, ma fortunatamente, siamo tutte portatrici sane di energia e passione che si autorinnovano di giorno in giorno!

Cattivissimo me

Volere la luna è l’ambizione più grande, ed è l’unico modo per Gru di dimostrare il suo valore e recuperare la dignità perduta (o forse mai avuta) davanti agli occhi di una madre insensibile e arcigna, che trova sempre il modo di mettere in luce l’incapacità del figlio di diventare un vero genio del crimine.
Davanti all’ennesima sconfitta da parte del nerdissimo (nel senso più dispregiativo e asociale possibile) rivale Vector, Gru tenta il colpo grosso per riscattarsi da un’infanzia di umiliazioni e vessazioni.
Finalmente potrà dimostrare a tutti di essere un eroe assoluto del male e per fare ciò gli serve solo di ottenere un prestito dalla perfida Banca del Male (fu Lehman Brothers [cit.] ) per comprare il raggio rimpicciolente con il quale potrà finalmente rubare la Luna!
Ancora una volta l’abile Vector avrà la meglio e Gru, messo alle strette dall’ennesima umiliazione, ha solo un modo per entrare nella fortezza del rivale e rubargli finalmente il raggio che lo consacrerà campione incontrastato del crimine, adottare le tre piccole orfanelle Margo, Edith e Agnes.
Ma i suoi piano non andranno come previsto, perchè le tre bimbe porteranno nella sua vita quel calore e quella tenerezza di cui lui stesso scoprirà avere bisogno più di qualunque altra cosa.

Sciogliere il gelo attorno al cuore del perfido e goffo Gru, però, non sarà impresa facile per le tre vivaci ragazzine.

La storia scorre in maniera semplice e lineare con un finale prevedibilissimo che però è anche il migliore dei finali possibili per questa storia scritta, pensata e messa in scena per un pubblico di bimbi che non ha bisogno di spauracchi e di profondi interrogativi esistenziali, ma vuole solo commuoversi un po’ e ridere e sghignazzare di fronte alla
goffaggine del protagonista e all’euforia delle faccette e delle vocine dei Minions.
Cattivissimo me è un film allegro, dai colori scintillanti (soprattutto nei contrasti che rischiarono l’oscurità delle sofferenze del piccolo Gru nei flahback del suo passato) e dalla grafica vivace e calibrata che sviluppa un’avventura dagli stilemi del racconto classico e che è attento, nei momenti di svolta, in cui tutto sembra perduto, a non caricare troppo sul sentimentalismo, scorrendo con leggerezza lungo una divertente narrazione per bambini.

Cattivissimo me non è un capolavoro, ma è un film che coinvolge emotivamente al punto giusto, facendo leva sui sentimenti più spontanei e primordiali, come i momenti di cedimento di Gru, quando il cuore fa lentamente capolino fino a lasciarsi andare verso un regalo molto più bello e più grande della Luna, l’affetto per le piccole Margo, Edith e Agnes.

La voce di Max Giusti non convince abbastanza e il 3D tutto sommato è un effetto talmente secondario rispetto alla narrazione che si può benissimo scegliere una visione 2D.
Qualunqe sia la vostra scelta portate i vostri bimbi a vedere Cattivissimo me, si diverteranno tantissimo! Più di voi.
P.S. Non abbiate fretta di andar via, godetevi i titoli di coda fino alla fine.

ItaliaCamp: la tua idea per il Paese

Hai un’idea per il tuo paese?” Raccontala durante ItaliaCamp!
Il Progetto ItaliaCamp, che vedrà la sua prima edizione sabato 16 ottobre a Roma, si propone di raccogliere, far ascoltare e realizzare le idee più innovative nate dal basso, coinvolgendo istituzioni e giovani laureati, ricercatori, liberi professionisti e chiunque abbia voglia di presentare le proprie idee in questi ambiti di interesse:

1) Ricerca, Scienza e Tecnologia
2) Lavoro e Impresa
3) Energie, Infrastrutture e Ambiente
4) Cultura e Società
5) Economia, Finanza e Mercati
6) Politica, Istituzioni e Pubblica Amministrazione

Sabato si terrà il primo dei 4 barcamp che percorreranno la nostra penisola per dare avvio ad un processo di coinvolgimento e partecipazione a largo raggio.

Il progetto è promosso dall’Associazione ItaliaCamp, fondata da un gruppo di giovani all’interno dei diversi contesti universitari,  e rappresenta la volontà di costituire una piattaforma permanente di persone e attività attraverso cui mettere in contatto le istituzioni (tra cui anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri che supporta formalmente il progetto) al fine di strutturare una prospettiva condivisa sulle priorità d’azione del nostro Paese.

Le idee vincitrici, che saranno presentate in un BarCamp conclusivo presso Palazzo Chigi,  saranno affidate ad appositi gruppi di progetto composti dai soggetti ritenuti più idonei a facilitarne la realizzazione.

E dopo la tappa romana, Italia Camp vi aspetta a:

Lecce 20 Novembre
Bruxelles Gennaio 2011
Milano Marzo 2011

E a Palazzo Chigi nel Maggio 2011.

Qui il programma del Barcamp di Roma che si svolgerà presso la LUISS.

The Reservoir Blogs

La notizia è di ieri. E mi ha reso molto felice, perché La prima cosa bella è un film che ho amato tanto.
La pellicola di Virzì, infatti, è stata selezionata per rappresentare l’Italia agli Oscar 2011.
Dopo aver vinto 3 David di Donatello e di 4 Nastri d’Argento, mi auguro vivamente che domenica 27 febbraio il nostro bel cinema possa guadagnarsi i riconoscimenti che merita nella grande sala del Kodak Theatre di Los Angeles.

Ne ho parlato qui, in questo nuovo spazio sul web (ancora da imbellettare) che si chiama The Reservoir Blogs.
E ne approfitto per presentarlo.
Creato da Valentina Cinelli, The Reservoirs è uno di spin off del seguitissimo Tiragraffi: 5 perfetti “incompetenti” si sono messi insieme per sparare all’impazzata su cinema, libri, serie tv e musica. Ciascuno a modo suo e ciascuno secondo il proprio “autorevole” punto di vista.
Perché Like a Virgin forse “parla di una ragazza che rimorchia uno con una fava così!”… ma forse “parla di una ragazza vulnerabile perché se la sono sbattuta di sopra e di sotto, ma poi incontra un tipo sensibile e…”

…e visto che il mondo è bello perchè è vario, allora vogliamo essere belli pure noi e mostrarvi le nostre varie critiche su ciò che ci suscita curiosità e interesse.
Alla base di tutto sempre l’ironia, ma i graffi prima di tutto!
Senza lasciare mance a nessuno.

Sincerely, Your Mr. Pink