La doggy bag e le microrivoluzioni che cambiano il mondo

In Italia la doggy bag non è in linea con le regole del bon ton.
Chi chiede al ristorante di poter portare a casa gli avanzi della propria cena viene considerato non solo cafone, ma pure morto di fame (e anche se lo fosse tale diritto sarebbe ancor più giustificato!).
Io credo che la doggy bag sia un gesto di civiltà, educazione e amore per la nostra Terra che tutti i giorni oltraggiamo attraverso comportamenti aggressivi e irrispettosi.

Portarsi a casa gli avanzi di una cena al ristorante vuol dire riutilizzare queste risorse per un altro pasto e sbizzarrirsi inventando ricette nuove riciclando pasta, pizza, spezzatini di carne e tutto ciò che non si è riusciti a mangiare la sera prima. Esattamente come avremmo fatto se avessimo cenato a casa.
Senza sperpero di denaro e alla faccia del vero comportamento scandaloso: l’incuranza nei confronti dello spreco alimentare che nel mondo industrializzato raggiunge il 30% del cibo acquistato.

A prescindere dalla crisi economica che ci sta strozzando negli ultimi anni, dedicare un po’ di tempo all’amorevole arte del risparmio significa amare di più non solo la nostra Terra che ci ospita, ma anche noi stessi, le nostre famiglie e le generazioni future.
Chiudere il rubinetto mentre ci si strofina i denti, riutilizzare l’acqua del bucato come sciacquone del water, scrivere su entrambi i lati di un foglio di carta, comprare prodotti alimentari di stagione, convertirsi alla spesa alla spina (sarà il mio prossimo obiettivo)… sono queste le microrivoluzioni che possono realmente cambiare il mondo.

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