In questo mondo liber…ista Angie è un angelo arrabbiato caduto nella spregiudicatezza imprenditoriale. Dopo una vita di lavori precari decide di mettersi in proprio e mette su un’agenzia di lavoro interinale per immigrati insieme alla sua coinquilina Rose, laureata e lavoratrice presso un call center.
Il realismo sociale di Ken Loach ci racconta una storia di sfruttamento nella Londra moderna e multiculturale attraverso lo sguardo disumanizzato della sfruttatrice, Angie.
Angie è una di noi, una trentenne dinamica (e non certo bambocciona!) vittima di uno sfrenato mercato del lavoro nel quale tenta di sgomitare per placare le proprie ambizioni frustrate. Ma anche per guadagnarsi una rispettabilità agli occhi del padre, onesto operaio pensionato, e del figlio, del quale non riesce ad occuparsi e che fa a pugni coi suoi compagni di scuola per tutelare la reputazione della madre.
Angie è un personaggio di cui ti innamori per la sua determinazione e per una sorta di desiderio di giustizia universale per cui pensi che anche lei ha diritto ad avere ciò che tanto desidera ardentemente: la sua agenzia, il riscatto sociale e la possibilità di potersi occupare del suo bambino.
Ma Angie sceglie la via più semplice, quella illegale e soprattutto quella moralmente deprecabile. Sceglie di farsi inghiottire dai meccanismi perversi del mercato del lavoro e diventa carnefice degli altri e di se stessa, mettendo a tacere ogni scrupolo persino quando mette in pericolo la stessa famiglia di immigrati che poco prima aveva ospitato nella sua casa.
E’ allora che non riesci più a provare alcuna compassione per la sua condizione in cui lei stessa ha scelto di sguazzare e dalla quale ormai non può liberarsi.
“In questo mondo libero” era un film necessario, che non vuole trovare delle risposte, ma che, mettendoci in guardia dai mostri generati da questo sistema, suggerisce la possibilità di un’alternativa.
In questo mondo libero
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