“Free software is a matter of liberty, not price. To understand the concept, you should think of free as in free speech, not as in free beer”, diceva Richard Stallman nel 1985 quando diede vita alla Free Software Foundation.
Tuttavia devo confessare che prima di organizzare la GGD Roma #7 utilizzavo i termini Open Source e Software Libero indistintamente. Ma grazie all’aiuto di Flavia ho finalmente avuto modo di capirne le sostanziali differenze.
Free si riferisce alla libertà di accesso al codice sorgente e non alla sua gratuità. Il software libero, che può essere anche di natura commerciale, deve attenersi ai principi morali di libera distribuzione e libera accessibilità a tutti. Il free software è una scelta di vita!
L’ambiguità del termine inglese free e la carica ideologica legata al free
software suscitava molte diffidenze in ambito imprenditoriale. Ecco perchè nel 1998 Bruce Perens ed Eric Raymond spogliarono l’idea dalla sua portata ideologica e diedero origine alla community Open Source all’interno di un modello economico alternativo.
Perciò Software Libero e Open Source partono dagli stessi presupposti, ma arrivano a conclusioni differenti. Ma l’aspetto rilevante è che in entrambi i casi la sostituzione dei software proprietari può avere delle importanti ripercussioni sulle organizzazioni aziendali e in qualche modo anche sui modelli sociali.
Quando si pensa alle strutture supportate dal software libero inevitabilmente si associano concetti quali apertura, indipendenza dal fornitore, adattabilità e un maggiore controllo dell’utente su soluzioni che consentono di minimizzare i costi e massimizzare i benefici. Strutture così flessibili non possono che contribuire alla creazione di un ambiente moderno e in evoluzione continua. E in questi ambienti doti quali multitasking, approccio olistico, self analysis, risolutezza e capacità di adattamento al cambiamento sembrerebbero costituire un requisito fondamentale.
Ma tali skills non sono tra quelle riconosciute come appartenenti all’universo tipicamente femminile e sulle quali le donne hanno costruito le loro iniziative volte a restituire dignità e centralità al loro lavoro?
Ma allora perché le donne nell’ambiente FLOSS costituiscono ancora un aminoranza?
Nel ho scritto in questo post di Donna Impresa. E nel cercare delle risposte ho sbattutto contro lo spettro dei modelli culturali che continuano riproporre luoghi comuni e false credenze che causano l’immobilità sociale di cui soffre il nostro paese e che lo condannano a un’arretratezza su tutti i livelli.
Finchè continueremo a parlare in termini di differenziazione piuttosto che di comunione e collaborazione, continueremo a riproporre ruoli sociali obsoleti e polverosi. Quando la comunicazione comincerà a snodarsi lungo i sentieri del dialogo e del confronto sui contenuti, si potrà attribuire valore alla conoscenza.
Quello che cerco di fare insieme alle GGD Roma, nel nostro piccolo, è proprio cercare di togliere un po’ di polvere alle idee per mostrarle nella loro multimusicalità, in un concerto forse un po’ ambizioso, ma sapientemente orchestrato dalle abilità, dalle competenze e dalla professionalità delle speaker che ci supportano di volta in volta.
Questa GGD Roma #7 per me è stata un’esperienza speciale, per i valori che hanno accompagnato il tema su cui abbiamo costruito l’evento, per l’interesse che ha suscitato nelle tante persone nuove presenti e per le speaker che si sono fatte interpreti eccezionali della nostra mission.
La responsabilità di fare ancora meglio adesso è tanta. Ma adesso è tempo di riposarsi un po’ e di installare finalmente Ubuntu Linux 10.10!