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Hopen Think Tank, i Pirati tornano all’attacco

Alle ultime elezioni municipali a Berlino il Partito Pirata Tedesco ha ottenuto un sorprendente 8,9%. E adesso la Germania, paese abituato a interrogarsi e a rimettersi in discussione (lo so, io sono di parte), sa di trovarsi di fronte non a un movimento di nerd rivoluzionari, ma all’esigenza di una nazione intera ben consapevole delle potenzialità innovative dal punto di vista economico e sociale della cultura digitale. Che sia stato un voto di protesta o no, questo risultato è il frutto di un’ urgenza di risanamento, apertura e trasparenza della cosa pubblica che deve assolutamente coinvolgere anche il nostro paese.

Il Partito Pirata Italiano non ha visibilità politica a causa della legge elettorale e spesso l’opinione pubblica lo confonde col Movimento 5 Stelle. Parliamo invece di due realtà che nascono da presupposti differenti.

Di questo e di tanto altro si parlerà ad Hopen Think Tank il 7 Ottobre 2011 alle ore 18 presso la Sede di Estrogeni in Via Nomentana 222.

Che cos’è Hopen?

Un gruppo di inguaribili ottimisti sta tentando di dare vita a quello che ci piace chiamare un Think Tank, con l’ambizione di analizzare in maniera critica la realtà che viviamo e disegnare alternative.
Noi crediamo alla cultura aperta, alla sostenibilità dei comportamenti, ai meccanismi di condivisione della conoscenza e dei beni materiali, al cambiamento della società dal basso.
Crediamo che nel mondo, e soprattutto in Italia – sulla società italiana terremo il nostro focus, con l’ambizione di poterla cambiare – le cose stanno cambiando velocemente e riteniamo che un’attività divulgativa, mediante la quale si faccia informazione e formazione chiara e accessibile a tutti sui temi del cambiamento possa avere un ruolo cruciale nella trasformazione.

Il nostro obiettivo è di mettere insieme persone volenterose e appassionate, che in questa attività vedano un nuovo modo di fare attivismo sociale e politico, che mettano al servizio di questa iniziativa tutto ciò che sanno e vogliono fare.

In questa intervista, uno dei fondatori, Simone Cicero ci parla apertamente del progetto, delle sue ambizioni e delle soluzioni proposte per dare inizio all’azione.

twitter.com/hopentt

#Foi11, la tecnologia è sempre più umana

Della mia passione per Frontiers of Interaction ne avevo già ampiamente parlato lo scorso anno quando partecipai al workshop sullo Spime Design con David Orban ed entrai per la prima volta nel meraviglioso mondo dell’Internet of Things.

David Orban era presente anche quest’anno e insieme a lui e ad alcuni amci Indigeni abbiamo creato un gruppo guidato da Luke Williams per generare disruptive ideas al fine di ripensare un nuovo modello di business per un ristorante.

Questo è stato solo uno dei tanti workshop a cui ho partecipato e che ho raccontato nel blog di Working Capital.
La seconda giornata, invece ha visto protagonisti i grandi speaker dell’innovazione provenienti da tutto il mondo.

Tra questi mi hanno colpito due speech di due donne, Amber Case, Cyborg Anthropologist e Lynn Teo, Creative Director/ Head of User Experience che ho raccontato sul blog Donna Impresa.

Solo 4 donne speaker, ma tante geek girls tra gli attendees che ho voluto immortalare in questo slide show,  girovagando col mio Galaxy alla ricerca di momenti significativi.
Tra questi il Demo show – Brain Control: Let The Drone Fly, una ripresa improvvisata, ma sapientemente editata dagli amici di Liquidweb.

Enjoy!
 

Free Speech in front of a Beer

Free software is a matter of liberty, not price. To understand the concept, you should think of free as in free speech, not as in free beer”, diceva Richard Stallman nel 1985 quando diede vita alla Free Software Foundation.
Tuttavia devo confessare che prima di organizzare la GGD Roma #7 utilizzavo i termini Open Source e Software Libero indistintamente. Ma grazie all’aiuto di Flavia ho finalmente avuto modo di capirne le sostanziali differenze.
Free si riferisce alla libertà di accesso al codice sorgente e non alla sua gratuità. Il software libero, che può essere anche di natura commerciale, deve attenersi ai principi morali di libera distribuzione e libera accessibilità a tutti. Il free software è una scelta di vita! Continua a leggere

Ongo, l’informazione differente

Mettete pure il cervello a riposo!

Contro il logorio del moderno e frenetico clic alla ricerca di informazioni “certificate”,  arriva Ongo, l’aggregatore di news di qualità dei tre colossi dell’informazione USA: Washington PostNew York Times e Gannet, (quelli di USA Today).

Con una semplice iscrizione di 6,99 dollari al mese you can get the news you need and the information you want from sources you trust! Ongo ti mette a disposizione semplici tools per selezionare e condividere le informazioni in base alle tue preferenze, avvalendosi solo di fonti di fiducia.
In altre parole alla qualità delle informazioni ci pensano loro, perché loro conoscono le informazioni di cui abbiamo bisogno. Al servizio puoi accedere da PC, smartphone e tablet. Quindi quando vuoi, come vuoi, con chi vuoi.

Finalmente possiamo sentirci lettori privilegiati perché gli esperti del settore si prenderanno cura di noi selezionando gli articoli che proprio non possiamo perdere!

Perchè sprecare tempo preziosissimo e affaticare il nostro pensiero critico selezionando noi stessi le fonti per organizzare le informazioni con semplici e gratuiti aggregatori di newsfeed, quando, per pochi dollari al mese, possiamo affidarci a un team di esperti?

Al diritto all’informazione ci pensano loro!

In nome dell’ innovazione, portiamo in digitale vecchi modelli, per rendere la nostra news experience efficient powerful personal… and controlled!

La seconda giornata all’ #eBookCamp @Beach

Dopo una notte buia e tempestosa, il sole ha deciso di riappropriarsi del suo posto nel cielo a rischiarare, seppur timidamente, l’atmosfera ormai confidenziale della seconda giornata di lavori dell’eBookCamp @Beach.

A prendere la parola per primo ci ha pensato Stefano Tombolini che ha presentato uno sguardo sulla storia del diritto d’autore a partire dal documento The Economic Aspects of Copyright in Books di Sir Arnold Plant, pubblicato dalla rivista Economica nel 1934.

Francesco Rigoli ha, invece, puntato i riflettori sull’editoria di varia e le sue specifiche nicchie di riferimento che possono contare su peculiari canali di vendita e distribuzione, delineando, così, ipotesi di sviluppo di mercato, dei device di lettura e del lavoro redazionale, in vista di un incremento dei servizi editoriali.
Come ad esempio, sottolinea Mattia Quilici, l’investimento sulle piattaforme di distribuzione e la risoluzione della complessa problematica dei DRM.

Tra i tanti aspetti di riprogettazione delle dinamiche di sviluppo del prodotto c’è quello della conversione dei libri cartacei che può avvenire appoggiandosi a servizi esterni o investendo nel personale interno, come ha fatto Edizioni e/o Europa Editions di cui Gabriele Alese è digital editor.
Ciascun metodo ha i suoi pro e i suoi contro sapientemente descritti in queste slide.

La tangibilità dell’esperienza di lettura non viene annientata dalla digitalizzazione dei libri, afferma Mauro Sandrini, sociologo e ingegnere esperto di e-learning e innovazione.
Le librerie  e i luoghi di aggregazione che riusciranno a sopravvivere saranno quelli in grado di vendere servizi one shot legati al mondo fisico recuperando l’aspetto sociale della condivisione dell’esperienza di lettura.

E ciò vale maggiormente in ambienti di apprendimento e costruzione di saperi come la scuola, in cui il risvolto pedagogico della trasformazione culturale necessita di strumenti che il nostro Stato ha il dovere di fornire, previa adeguata formazione del personale.
Nel blog di Sandrini ho trovato questo pensiero che condivido in toto:

Forse il regalo più grande in arrivo dalle tecnologie degli e-book è un campo deserto. Che bisognerà arare, innaffiare e seminare. Non solo con i titoli dei libri da commerciare ma anche recuperando la capacità, e il piacere, della conversazione […] Che siano libri di carta o e-book poco importa.”

L’industria editoriale, nel raccogliere la sfida digitale, ormai non può più esimersi dalla rivalutazione del proprio ruolo di produttrice di beni culturali.
Spesso, l’abbarbicarsi a logiche di mercato obsolete induce a una deviazione dalle strategie di lavoro, per cui gli eBook non riescono a essere interpretati come un’opportunità di ridefinizione degli equilibri del mercato stesso.
In questo gioco d’equilibrio, un ruolo primario lo ricoprono le piattaforme di autopubblicazione come quella presentata da Antonio Tombolini, dall’icastico titolo Narcissus.
Narcissus fornirà tutti i tool necessari per realizzare e diffondere la propria opera in formato digitale, con in più la certificazione e la distribuzione su piattaforma Stealth e il riconoscimento di uno standard ePub validato.

Prendere sul serio la sfida del self publishing vuol dire quindi ripensare la politica dei DRM all’interno di una rielaborazione generale del modello di business che comprenda tutte le opportunità (culturali, sociali, economiche, democratiche…) di cui gli eBook si fanno portatori.

La responsabilità intellettuale degli autori e dell’industria editoriale nel loro tempo digitale è pensare digitale!

E pensare digitale  non dovrà più essere solo prerogativa di una minoranza!

P.S. Grazie agli amici di Agrycult, farmers community, che ci hanno offerto i suoi prodotti di qualità e ci hanno fatto conoscere la community supported agriculture.

P.S. Enrico Corinti mi ha segnalato due importante eventi:

Qui, invece, tutte le foto dell’ eBookcamp.



La prima giornata all’#eBookCamp @Beach

Il 18 e 19 settembre, presso lo stabilimento balneare Carlo&Domenico di Porto Recanati (MC), si è svolta la prima edizione dell’eBookCamp @Beach, nata da un’idea di Michele Marcucci, web wizard della Simplicissimus Book Farm che ha organizzato l’evento.

Tra cultori dell’innovazione, professionisti e lettori appassionati, gli speech (spesso pensati e rivisitati in seguito al continuo work in progress delle conversazioni) si sono susseguiti in un’atmosfera dinamica, poliedrica e collaborativa.

Ad aprire le danze l’intervento artistico del fotografo (e non solo!) Pippo Onorati che ha proposto un’interessante esperienza collettiva:
raccontare l’eBookCamp attraverso le immagini ritratte da noi partecipanti, armati di macchine fotografiche e smartphone.
Il cibo delizioso, i volti incuriositi, il contatto coi nuovi device, la quotidianità della tecnologia… Sono solo alcuni degli aspetti immortalati che andranno a completare un progetto fotografico collaborativo.

Ma i protagonisti assoluti dell’evento sono state le idee, le novità, le anteprime e le continue riflessioni sul futuro dell’editoria e dell’impatto sociale dei nuovi approcci alla lettura.

A tal proposito Omar Cafini (sviluppatore per iPad e iPhone) ha raccontato di iniziative editoriali lungimiranti che intendono ripensare i contenuti, in termini di elementi interattivi.
Inkling, ad esempio, è una app per libri di testo multimediali, che consente un’interazione coi contenuti su più livelli di fruizione e costituisce solo una delle tante esperienze interattive possibili.
Migliorare l’efficienza e l’usabilità dei contenuti diventa quindi condizione indispensabile, come ha spiegato Matteo Balocco, per una lettura confortevole e ottimizzata dei nostri eBook.
La tipografia, infatti, va oltre il puro aspetto formale, e rientra appieno nell’organizzazione e composizione di contenuti e linguaggi.
Una tipografia che conosce a fondo il contenuto, può collaborare attivamente anche all’attribuzione di qualità al formato digitale ePub per la sua leggibilità nei differenti device.

Ma come si pongono i lettori e gli autori nei confronti degli eBook?

A dare una risposta ci ha provato lo scrittore Luca Lorenzetti (autore di Scrivere 2.0), il quale, ha ideato un semplice questionario con l’obiettivo di comprendere le reali opportunità che gli eBook portano a chi legge e a chi scrive.
La percezione che si ha dalla lettura di un libro elettronico cambia in base al contenuto.
Se esso è portatore di emozioni (come nel caso di romanzi) necessita di una fisicità cartacea che possa appagare la richiesta di un’ esperienza sensoriale da parte del lettore.
La “freddezza” del device, invece, si addice di più a contenuti tecnici e specialistici.

Se invece si considera il punto di vista degli autori, più che su quelle di lettura, esso si focalizza sulle opportunità di visibilità che la pubblicazione in formato digitale offre.
Le conclusioni che deduce Lorenzetti dal suo personale studio, confermano quanto sia ancora necessario fare una giusta informazione sugli eBook e sulle potenzialità sociali e culturali che la fruizione di un testo digitale comporta.

Una delle prossime occasioni di confronto, ricorda Marco Barulli, potrà certamente essere E-book lab Italia, “una mostra convegno per tutti i professionisti dell’editoria digitale sul mercato italiano”, che si terrà a Rimini tra il 3 e il 5 marzo 2011.

L’ innovazione di cui si fanno portatori di eBook è un processo che sta declinandosi su diversi settori, dalle logiche di business, ai riflessi sull’essenza della scrittura, fino alla creazione di nuovi modelli culturali.

E forse, per alcuni aspetti, è proprio un certo sentimentalismo stantio a sottovalutare la portata di tale realtà.

Come saggiamente afferma Paolo Marasca, a fine lavori della prima giornata, chi ama leggere, legge lo stesso!
Non è il tatto o il fantomatico odore della carta a fare la differenza, ma è solo una semplice questione di abitudine!

To be continued



Verso l’eBookCamp @Beach

Il costume ce l’ho, i reader pure, il notebook è in carica, il Samsung Galaxy anche.

L’ombrello? Speriamo di no! Ma, in fondo, le nuvole non ci spaventano.

Domattina si parte alla volta di Recanati per la prima edizione dell’eBook Camp @Beach!

Alcuni tra gli esperti di editoria digitale ci parleranno dell’ottimizzazione degli standard di fruizione dei contenuti digitali, delle innovative strategie di business del mercato editoriale, delle nuove prospettive per il diritto d’autore e dell’importantissimo punto di vista dei lettori.

Se vi stuzzica l’idea di chiacchierare di scenari futuribili dell’editoria e di scoprire alcuni tra i device di ultima generazione, l’indirizzo è Lungomare Lepanto 36, Porto Recanati (MC).

Giallo a Milano: un esperimento innovativo al Roma Fiction Fest

Tra le varie masterclass e i soliti convegni sullo stato della fiction italiana, un incontro interessante è stato probabilmente quello sulla crossmedialità, che però ho potuto seguire solo nella parte finale durante la presentazione del progetto documentaristico Giallo a Milano.

Giallo a Milano nasce come un viaggio nella Chinatown del capoluogo lombardo, attraverso i volti, le vite e le storie raccontate in prima persona da chi, in quella parte di città ha portato i propri sogni, ideali, paure e le innumerevoli difficoltà di integrazione che a volte esplodono in quegli scontri che contribuiscono a colorare l’immagine distorta regalata dalla disinformazione mediatica.
Giallo a Milano è uno sguardo schietto di un regista italiano, Sergio Basso, che parla la lingua dei suoi interlocutori e che è in grado di restituire la complessità di un universo enigmatico e dalle mille sfaccettature non solo attraverso il racconto filmico, ma anche attraverso l’integrazione della drammaturgia innovativa di una piattaforma crossmediale ospitata dal Corriere della Sera.

Una sorta di diario di bordo dalla struttura aperta, costruito in motion graphic, grafica 2D e 3D, integrato al montato originale in cui l’utente può viaggiare liberamente seguendo il proprio percorso lungo approfondimenti su temi, location, materiali d’archivio e personaggi scomodi come il collaboratore di giustizia, tradotto in animazione per esigenze di tutela dell’identità, che racconta dal di dentro la criminalità organizzata.

La piattaforma a mio avviso andrebbe affinata in alcuni aspetti relativi alla navigabilità: alcuni passaggi sono poco intuitivi (come ad esempio il ritorno alla Home) e spesso, cliccando sulle nuovle dei contenuti, si apre una pop up che copre il video. Inoltre (ma mi rendo conto che è la condizione della sua sopravvivenza) la pubblicità all’inizio di ogni videoracconto è fastidiosissima perché rallenta troppo la navigazione da una storia all’altra, spezzando l’enfasi emotiva della narrazione.

Tuttavia Giallo a Milano è un esempio interessante da sponsorizzare perché è la dimostrazione tangibile della possibilità di un’evoluzione sincrona e congiunta tra i vecchi e i nuovi linguaggi della narrazione audiovisiva.

iPhone 4 a luglio tra noi!

Ho appena finito di seguire il live blogging dalla Apple Worldwide Developers Conference documentato con dovizia di precisione da Camillo Miller su The Apple Lounge.

Questo è quanto ho appreso e voglio condividere riportando le descrizioni fatte da Camillo:

iPhone 4 ha oltre 100 nuove features!

Il design è esattamente quello mostrato nel prototipo: acciaio inox intorno e vetro davanti, 9.3mm spessoremicrosim su un lato.

La fotocamera (5 megapixel) ha il flash led e raggiunge uno zoom 5x.  Un sensore retroilluminato consente di catturare i fotoni in condizioni di luce pessime restituendo una nitidezza delle immagini superiore.

Il retina display permette una risoluzione 960×460 pixel, il 78% dei pixel di un iPad!

La fotocamera HD, sistema a 720p , 30 frames al secondo, si avvale di una funzione di video editing incorporato per editare i filmati al volo. Inoltre può anche assegnare informazioni di geolocalizzazione alle immagini.

iPhone 4 è dotato di Chip A4 che consente uno storage fino a 32 GB e una maggiore durata della batteria, che però è più grande. E inoltre ci sono nuove API per la gioia dei developers.
Ma soprattutto è ecologico e altamente riciclabile.

Il nuovo Iphone 4 possiede due microfoni per la cancellazione del rumore e un giroscopio, per cui girellando col telefono in mano, si muove lo schermo.

Come già detto da tempo è multitasking e tramite iBooks, l’ iBookstore diventa direttamente accessibile consentendo di scaricare un libro e averlo su tutti i dispositivi pagandolo una volta sola.

Anche iAds, il nuovo servizio di mobile advertising, è una realtà.

In due colori, bianco e nero, 16GB e 32 GB, dovrebbe mantenere lo stesso prezzo del 3GS (a seconda dei contratti coi gestori telefonici italiani).

Ma iPhone 4 è tanto altro ancora!

In Italia uscirà a Luglio e ad Agosto è il mio compleanno! :D

UPDATE:

Qui il video del keynote di Steve Jobs!

Skinput il TouchSkin

skinputNon ho mai amato le persone tattili, quelle, cioè, che necessitano di un’ interazione tattile a supporto dei propri disperati tentativi di attrarre l’altrui attenzione.

Insomma, il tatto non è tra i miei sensi preferiti. In casi di confidenza moderata tra gli esseri umani, il tatto mi infonde meno sensazioni e suggestioni di quanto possa fare uno sguardo, un odore o un sapore.
O forse più semplicemente i miei recettori vanno “oleati” un po’…

La mia freddezza per la tattualità si trasforma in manifesta avversione per ogni forma di touchscreen, primi fra tutti lo schermo tattile più glam che esista, quello dell’iPhone!
Per non sentirmi più dire come sei lenta sono costretta a nascondermi in angoli bui e persino in anfratti perigliosi pur di non mettere a repentaglio una reputazione geek che faticosamente sto cercando di costruire giorno dopo giorno.

E proprio mentre sconsolata cedo all’idea di una mia prossima conformazione a tale dispositivo, ecco che trovo in rete evoluzioni stupefacenti di forme di interazione tattile!

Sto parlando nel nuovo dispositivo Skinput che consiste in un touchscreen di pelle umana! Che detto così fa rabbrividire, nella realtà si tratta di utilizzare il corpo umano come schermo su cui proiettare tutte le informazioni attraverso un semplice pico projector come questo. Per fruire di tale tecnologia è necessario indossare una fascia dotata di microtrasduttori che misurano la pressione del contatto.
E ovviamente a tale congegno non si può certo negare una fruibilità wireless!

Ci adegueremo anche a questo! E’ proprio ‘na fatica potersi fregiare del titolo onorifico di geek ;)