Questa mattina la mia sveglia avrebbe dovuto suonare alle 4:15, ma così non è stato. Mi sono alzata alle 7:00 con Marco, abbiamo fatto colazione e tra una notizia e l’altra del telegiornale mattutino guardavo l’orologio e pensavo: a quest’ora sarei al lavoro già da due ore. Il set sarebbe stato quasi pronto, forse sarebbero mancate delle luci e Leonardo mi avrebbe chiesto a che punto erano gli attori. E io gli avrei risposto che tra una mezz’ora gli avrei portati sul set. E nel frattempo qualcosa sarebbe andato storto e in qualche modo l’avremmo raddrizzata così come abbiamo fatto in queste tre settimane in cui abbiamo girato delle bellissime scene di SMILE. Ma questa volta qualcosa è andato troppo storto …. e SMILE chiude i battenti…fino a gennaio, poi si ricomincerà…più forti che mai!
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PiùBlog, il mio primo Barcamp
è con orgoglio e timido timore che annuncio il mio debutto ufficiale al primo barcamp: PiùBlog!
In cosa consisterà la mia “attiva” partecipazione? Mumble mumble…
SMILE fine della seconda settimana
Nonostante avversità climatiche e non, SMILE giunge trionfante alla terza settimana di riprese. I nostri ragazzi, dopo una breve pausa nella piazza di Borgoscuro, paesino arroccato su un’ inospitale rupe tufacea, gioiosi e festanti, si sono accampati nel cuore del bosco, convinti di trascorrere un intero week end solo loro e la natura, ma qualcuno o qualcosa li osserva…
SMILE – primo ciak
6:45 di questa mattina: dalle fredde cascate di Monte Gelato una densa e avvolgente nebbiolina avvolgeva l’incantevole sceneraio che avrebbe presto rivelato un tragico destino…
L’alba era lì per lì per esprimersi al suo meglio e in quella solitudine si levava il fumo ributtante del sigaro dell’irriducibile direttore di produzione. Uno alla volta sono arrivati: gruppo, camper, trucco parrucco e i giovani attori del primo film di Francesco Gasperoni, SMILE.
Finanziato dal Ministero dei beni culturali, SMILE ha ottenuto il riconoscimento per opera di interesse culturale con la seguente motivazione: progetto cinematografico ben strutturato. Un thriller soprannaturale, da realizzare in digitale, in cui una semplice scampagnata nei boschi di un gruppo di ragazzi si trasforma in un orribile tuffo nel Nulla. Nella semioscurità del bosco, avvolto dall’odore di cipria, l’ansia cresce nello spettatore, si prepara la fine. Pensato apposta per colpire l’inconscio del pubblico più giovane, in grado di identificarsi con i personaggi, un film di genere poco frequentato dalla nostra cinematografia che promette di regalare qualche sano brivido.
Alle 10:15 è stato battuto il primo ciak!
Wonderpaolastra, assistente alla regia, è felice!
Nuova categoria
Da oggi, in seguito alla frequentazione costante di personaggi dalle “bizzarre” personalità, urge la responsabilità di inaugurare una nuova categoria: Farneticando, che raccoglierà assurdità, deliri, megalomanie, stravaganze e idiozie partorite dalla mente umana.
Ma cominciamo subito…
I’ll take over the web!!!
O.K. forse l’attendibilità del test è traballante, ma sono soddisfazioni per chi ha un blog da così poco tempo!
Se volete misurare la vostra competenza, qui troverete tutte le info.
Magari diranno anche a voi: Congratulations! You are now one step closer to fame and fortune!
Non siamo mica gli Americani, che loro possono sparare agli Indiani…
Io quel giorno lo ricordo bene. Mi trovavo in via Zamboni 25 a Bologna, in sala studio.
Nella facoltà rimbombava ancora l’eco dei fatti del G8 di Genova, di chi c’era stato e di chi ci sarebbe voluto essere. L’opinione pubblica si spaccò in due e il mondo si divise in buoni e cattivi, global e no-global.
Poi un brusio invase il silenzio diffuso tra i tavoli ricolmi di libri e appunti.
“Un aereo…anzi no, due..” “New York…” “Le torri gemelle”.
Nessuno capì subito la gravità dell’evento. Neanche io. Presi la bicicletta e andai a casa.
I telegiornali dissero tante cose. E anche i politici, i giornalisti e gli intellettuali.
E gli islamici diventarono cattivi, tutti!
E alcuni lo sono veramente, e alcuni cristiani lo sono ancora di più, per non parlare degli ebrei e i buddisti… E gli induisti? Sì, anche loro. E gli animisti? Dove li mettiamo? E poi quelli di Scientology, i Testimoni di Geova…
Chi sono i cattivi?
In questo disegno più grande di noi, ci chiediamo ancora se siano più cattivi gli Indiani o i Cow boys.
L’11 settembre ha cambiato anche me. Ho paura.
Ma preferisco pensare che possa esistere una differenza qualitativa tra un sistema e la somma delle sue parti.
Forte del mio approccio olistico alla conoscenza, mi curo, nel bene e nel male, del mio vicino, a prescindere dalla sua provenienza o dal suo sentimento di appartenenza. E’ il mio piccolo contributo. Il sistema ne trarrà comunque vantaggio.
LOST addicted
Dedicato a tutti i LOST addicted.
DONAURADWEG: un giro libero lungo il Danubio
Senza neanche pensarci due volte, io e la mia dolce metà ci siamo buttati in una avventura estrema, ai limiti delle nostre capacità fisiche!!! Non siamo esattamente due tipi da palestra, nè tantomeno amanti della fatica fine a se stessa e gongoliamo, senza troppi rimorsi, tra le delizie gastronomiche. Tuttavia, sprezzanti dei commenti sfiduciati dei nostri amici, siamo partiti!
Tra crampi al fondoschiena e imprecazioni contro l’acido lattico, siamo arrivati fino alla fine del nostro viaggio, soddisfatti e felici, a dimostrazione che l’entusiasmo e un po’ di incoscienza spesso spostano in avanti i propri limiti… anche mentali…
Nessun bunging jumping o pseudo trekking tra le dune, ma una suggestiva pedalata di quasi 300 km sulle rive del Danubio. Da Passau, la città dei tre fiumi (nella mia amata Germania) a Vienna, sulla pista ciclabile (pianeggiante!!!) più famosa al mondo: la Donauradweg!
In 7 tappe, dormendo nelle caratteristiche Gasthöfe a conduzione familiare, abbiamo pedalato attraverso gli scenari più disparati: foreste dalla vegetazione alta e avvolgente (e abitata da un numero spropositato di moscerini che ci hanno costretto al silenzio durante la pedalata!), campi di pannocchie, distese di girasoli, frutteti e i ricchi vigneti della Wachau.
Abbiamo incontrato gente di ogni tipo, anziani in mutande che suonavano il violino lungo la
riva del fiume, pescatori sonnecchianti, contadini sorridenti e una quantità di ciclisti esperti: sessantenni, ragazzi di tutte le età, famigliole, bambini… ci hanno superato tutti!!!
Una volta però siamo riusciti a farci guardare la schiena da due ottantenni sulla Graziella!!!
Ho imparato i meccanismi delle dighe e delle chiuse attraversando le innumerevoli centrali idroelettriche che si incontrano lungo il Danubio.
E poi un susseguirsi di cittadine, castelli leggendari, villaggi e fattorie.
Abbiamo respirato aria di spiritualità, ma anche di sfarzo e sontuosità nei monasteri trappisti, nelle abbazie, nelle chiese barocche. Ma lo splendore massimo lo abbiamo ritrovato a Melk, il cui maestoso monastero, arroccato su una roccia altissima, sovrasta la valle sottostante (Adso da Melk vi ricorda qualcosa?).
In uno scenario a volte quasi irreale per l’ordine e l’accuratezza, in un tempo sospeso tra un passato genuino e la modernità delle strutture d’accoglienza, abbiamo pedalato senza un minimo accenno al pentimento, deridendoci per la nostra incompetenza e incoraggiandoci nei momenti di stanchezza e di fame nera.
E a tal proposito non ci siamo certo lasciati sfuggire i ristoranti dalla cucina tipica locale e le squisite bäckerai: banconi traboccanti di pane di ogni tipo e prodotti da forno a base di
sfoglia, cannella, mandorle e noci (primo tra tutti il mio prediletto Nußschnecken, ricordo del mio Erasmus tedesco!)
Diciamo la verità: ci siamo sfondati di quantità spropositate di cibo teutonico: Wurst, Knödel, Suppen di ogni sorta, Gulasch e il ricercatissimo dolce Kaiserschmarren, una sorta di megacrêpe accompagnata da kompott, crema di mele e cannella!
“Tanto, poi, pedaliamo e smaltiamo!” è stato lo slogan che ci ripetevamo davanti a quei trionfi di grassi e calorie. Sono ingrassata di due chili, ma magari è il peso dei muscoli che si è sostituito al grasso… mi piace pensare così…
Dopo aver visto Linz, Melk, Krems, la bellissima Dürnstein (famosa per i prodotti a base di albicocca), siamo finalmente giunti a Vienna, che abbiamo visitato poco a causa della mia
emicrania che ci ha costretto a ritornare in albergo nel pomeriggio, sigh :(((
(piccola digressione di servizio: a riguardo si accettano suggerimenti di ogni tipo, dalle macumbe ai triptani, dai rimedi della nonna ai riti voodoo….).
Nonostante il mio malessere, è stata romantica e divertente anche la cena viennese in albergo: pane, wurstel e formaggio. Servizio in camera, gentilmente offerto dalla mia dolce metà.
L’indomani ci siamo accomiatati dalle nostre biciclette nel freddo garage dell’albergo di
Vienna. Dalla stazione abbiamo salutato la città, solo sfiorata in questa eccezionale vacanza giunta al suo punto di arrivo.
Ma, chissà… magari sarà il punto di partenza per la prossima avventura…
La Donauradweg continua fino a Budapest, passando per Bratislava.
Tuttavia alla prossima estate manca ancora un anno e nel frattempo chissà che non ci venga in mente una nuova vacanza, magari su una casa galleggiante…
P.S. Per info tecniche www.girolibero.it