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NonsoloLitCamp 2009

bicerinQuando ho messo piede all’interno del Circolo dei Lettori di Torino, la sontuosità dell’atrio di Palazzo Graneri della Roccia, mi ha un po’ intimidito. Ma in fondo c’era da aspettarselo da una delle città più aristocratiche d’Italia.  Timidamente, scalino dopo scalino, ho raggiunto la Sala Grande nel momento in cui il gruppo anobiitorino raccontava della propria esperienza sociale al di fuori della rete e di come aNobii, da semplice social network di catalogazione libri, sia diventato un valido esperimento di condivisione di passione letteraria e strumento democratico del giudizio. Al di là delle critiche istituzionalizzate, finalmente uno spazio per dar voce ai lettori, perchè i libri appartengono a chi legge e non a chi scrive!
Sempre sulla stessa linea, che avvalora il punto di vista del lettore, si è sviluppato l’intervento di Matteo Bianchi che ha sostenuto con fermezza l’idea che la scrittura stia mutando da atto individuale ad atto sociale, soprattutto grazie al web che permette agli esordienti di avere un valido riscontro nel feed back del lettore sconosciuto.
Una dura accusa contro la critica letteraria tradizionale è stata lanciata anche da Adriano Barone.
La rete ormai è il libero spazio di promozione di se stessi e di questa forza ne hanno fatto un progetto il poeta Tiziano Fratus, lo scrittore e giornalista Vanni Santoni, che ha ricordato l’esperienza del S.I.C., e gli autori di Yabooksbeta, una comunity di lettori e scrittori che propone un nuovo modello di mercato che produca  e distribuisca cultura fino alla realizzazione di una nuova casa editrice e librerie sparse per il territorio italiano.
In tale contesto si inserisce perfettamente il progetto BlogMagazine rivista elettronica gratuita scritta da blogger che ha anche una sua edizione cartacea al fine di “evangelizzare” coloro che hanno poca familiarità con la lettura dei blog.
E se non si fa che parlare di scrittura creativa, i ragazzi di Finzioni invece pongono l’accento sulla lettura creativa e sulla necessaria e inventiva circolazione delle idee che legano l’un l’altro i libri nel meravigliso universo dell’immaginzaione.

Una delle iniziative più interessanti del LitCamp è stata senz’altro il tour della Torino Letteraria: dal cuore della città, Piazza Castello, sede di Palazzo Madama, a Palazzo Carignano, da Via Pietro Micca a Piazza San Carlo, dal Museo Egizio alla Galleria Subalpina, passando per il caffè Baratti alle cui Dame Golose dedicò una poesia Guido Gozzano. E in questa elegante città vissero Edmondo De Amicis che le dedicò il romanzo La Carrozza di tutti, Vittorio Alfieri il cui busto è ospitato al Teatro Carignano, Nietzsche che qui scrisse Ecce Homo poco prima di abbandonarsi alla follia (è in piazza Carignano che abbracciò un cavallo in preda a un pianto convulso).  E poi ancora Salgari, Calvino, Fruttero & Lucentini, fino al grande Pavese che decise di abbandonare la vita proprio qui a Torino, nell’agosto del 1950, in una camera dell’Albergo Roma.
E mentre passeggiavo tra le vie di questa città profumata di letteratura, chiacchieravo amabilmente con Roberto di Bra, patria dello slow food, di buon cibo, della mitica fiera del formaggio, ma anche di cinema, tv, fantascienza, sceneggiature, blog e e-books. E lo ringrazio infinitamente per il regalo mangereccio che mi ha lasciato allo stand della Simplicissimus e che ritirerò stasera.
Grazie tantissimissime anche a  Gabriele, che, senza conoscermi, mi ha accolto con tanta gentilezza al LitCamp e mi ha suggerito diversi posti interessanti di Torino da visitare e soprattutto mi ha indicato dove gustare il vero bicerin torinese.

to be continued

Torino, letture e quant’altro

fiera-del-libroTorino, seppur ammantata da un cielo cupo e tenebroso, ha salutato con aristocratica cordialità il nostro arrivo nel primo pomeriggio di ieri.
Dopo una breve sosta in albergo, io e il maritozzo ci siamo catapultati in Fiera. Ad attenderlo, allo stand della Simplicissimus, un considerevole numero di fan di e-book , ansiosi di chiarimenti e illuminazioni sulla nuova rivoluzione tecnologica che mi auguro coinvolga al più presto e in maniera considerevole, il mondo dell’editoria (tiro l’acqua al mio mulino ;) ).
Recuperato il programma della Fiera del Libro, ho preso coscienza degli innumerevoli eventi, reading, presentazioni, concerti e spettacoli che avranno vita nei prossimi giorni. E adesso, come faccio a scegliere? Non ho altra scelta che farmi guidare dall’istinto. La mia passione per i misteri d’Italia mi ha condotto alla presentazione del libro di Ugo Barbara, giornalista e scrittore palermitano, In terra consacrata, un romanzo definito thriller sociopolitico che, partendo dal caso della sparizione di Emanuela Orlandi, ripercorre la vicenda storica tra verità e finzione arrivando a individuare anche una soluzione a uno dei più grandi misteri di Italia che implica le verità a tutti note, ma indimostrabili, che coinvolsero le alte sfere vaticane, la banda della Magliana, il caso Calvi e la figura ambigua di Renatino De Pedis, boss della mala romana, seppellito nella Basilica di Sant’Apollinare a Roma.
“Un libro che non si riesce a smettere di leggere” ha detto Bruno Gambarotta. Qualcosa mi dice che c’è da fidarsi.
Ma il lungo pomeriggio tra gli stand era appena cominciato e così, girovagando qua e là alla ricerca di situazioni interessanti, mi sono ritrovata nello Spazio RAI al momento del programma radiofonico Fahreneit. Guarnite dalle note mediterranee del gruppo musicale Zina, le poesie di Olga Sedakova ammaliavano il nutrito gruppo di astanti. Io, ahimè, ho una sensibilità poco avvezza a tale genere letterario e me ne rammarico alquanto, perciò ho abbandonato la postazione per ritornare al Caffè Letterario, dove un vivace dibattito politico ha attirato la mia attenzione. L’occasione riguardava la presentazione del libro Flop di Giuseppe Salvaggiulo “Un appassionato e amaro racconto di errori, di occasioni mancate, di false partenze che hanno caratterizzato la parabola e la crisi politica del partito.” A tale dibattito ha presenziato il sindaco di Torino Sergio Chiamparino il quale, in evidente difficoltà, ha risposto all’accusa del mancato ricambio generazionale del PD, rivendicando la necessità di nuovi spazi politici che sostituiscano le vecchie sedi di partito, dove le nuove generazioni possano farsi spazio attraverso la battaglia politica sul campo. Ha totalmente evaso l’importanza, seppur segnalata da Salvaggiulo, della presenza del partito sulla rete, che rappresenta oggi il reale spazio in cui avvengono i grandi dibattiti relativi ai valori e agli ideali che da sempre aderiscono alla cultura della sinistra, come l’ambiente, le politiche del lavoro, la salute e i diritti civili.
Chiamparino ha inoltre riproposto il suo punto di vista in merito alla questione dell’immigrazione, schiaffeggiando la politica dell’accoglienza a favore della difesa dei confini italiani e delle frontiere blindante e in conclusione ha sconfessato la sua presunta scalata alla segretaria del partito, ribadendo la sua volontà di rimanere primo cittadino di Torino.
Dopo tanto, troppo politichese necessitavo di una pausa burlesca o quanto meno spensierata. Ho dato un’occhiata al programma e mi sono detta: ma sì, famose du risate. All’uscita della sala gialla, una folla assatanata di giovani e giovani che un tempo lo furono, si accalcava sulle transenne che li separavano da uno dei miti della musica italiana, il sempre più restaurato Claudio Baglioni che presentava il suo libro Q.P.G.A., inno all’amore adolescenziale acronimicizzato che, da ormai troppo tempo, affabula i Mocci(a)osi di tutta Italia. Troppo entusiasmo per le mie ormai stanche membra che necessitavano di un’ indefinibile esigenza che ha trovato la sua dimensione nell’incontro con l’ironia dissacrante di Flavio Oreglio, reso celebre dalle sue poesie catartiche, che presentava l’ultima fatica letteraria dal titolo All’appello mancano anche i presenti, da cui ha letto alcuni aforismi spassosi e irriverenti.
La giornata volgeva al termine e non poteva chiudersi meglio. La presentazione del libro Il sogno e l’approdo, racconti di stranieri in Sicilia, è stata veramente toccante. Due dei sei autori, Giosuè Calaciura e Davide Camarrone hanno raccontato il tema dell’immigrazione con eleganza e delicatezza, anche quando la violenza e la sofferenza prende il sopravvento sulle povere anime che vagano nel mare alla conquista di un sogno che spesso ha semplicemente il nome della sopravvivenza. Questi racconti sono nati nell’ambito del progetto “Scenario Mediterraneo” e sono diventati tre spettacoli teatrali interpretati da Alessandro Haber e Caterina De Regibus che mi hanno coinvolto emozionato e incantato.
Finisce così la mia prima giornata alla Fiera del Libro 2009.

Agrodolce, una realtà bistrattata

n85454751758_9346Agrodolce, la nuova realtà audiovisiva siciliana, rischia seriamente la chiusura.

La Regione Siciliana non ha infatti rinnovato la convenzione.  L’assessore Antonello Antinoro ha motivato la scelta dicendo: «Non sono chiari i ritorni d’immagine che giustificano un intervento finanziario di tale portata».
Dietro queste parole credo si nasconda tutta la macchinosità delle intromissioni politiche in un progetto in cui è stato investito un grosso capitale che frutta notevoli interessi. Cui prodest? E’  forse questo quello che deve ancora essere chiarito?
Nel frattempo, mentre le  inutili chiacchiere politichesi dilatano i tempi a dismisura,  centinaia e centinaia di lavoratori, in gran parte siciliani, che hanno potuto assaporare il piacere di lavorare nella propria terra, si ritrovano a casa da mesi e stentano ad arrendersi all’idea di dover nuovamente andar via per trovare nuove possibilità altrove.
Al di là di ogni sterile polemica relativa alla qualità del prodotto, io, “romana” , dal di dentro, dopo aver trascorso più di anno a dare tutta me stessa a questo progetto, so quanti e quali sacrifici ci sono dietro al lavoro di tantissime persone e le difficili condizioni in cui spesso ci siamo trovati a girare.  Sono orgogliosa di aver contribuito alla realizzazione di un prodotto di tutto rispetto, che ha trovato la sua dignità nei continui miglioramenti avvalorati dal sempre crescente aumento negli ascolti.
Agrodolce rientra perfettamente nei canoni della soap opera e si distingue dalla altre per la bellezza delle location che fanno da sfondo ai personaggi e alle loro storie. Ed è come tale che va giudicata. Basta inconsistenti paragoni con fiction del calibro di Montalbano, che fanno parte di un codice narrativo e drammaturgico totalmente differente e che dispongono di mezzi incomparabili.
Prendete Agrodolce per quello che è, come l’inizio di un decoroso progetto da cui ne potranno nascere altri, forse migliori o forse no. Non tagliate le gambe a una macchina che può portare solo vantaggi a una terra così ricca e rigogliosa, spesso ricordata più per i suoi difetti che per i suoi innumerevoli pregi. Lasciate vivere Agrodolce e la speranza di un futuro migliore per tantissime persone.

Oggi, alle ore 11, presso i Candelai a Palermo ci sarà una conferenza stampa del cast artistico e tecnico.

Diretta su C6.tv

Dogma 008, ce n’era bisogno?

Per evitare di esporre in maniera inappropriata il mio disagio emotivo nei confronti di quanto stavo ascoltando ormai da troppo tempo, mi sono alzata indignata e ho abbandonato la sala. Ora, a distanza di 2 giorni, me ne pento amaramente ritenendo che un contraddittorio sarebbe stato opportuno e chiarificatorio. Soprattutto per me, in quanto non riesco a capacitarmi del fatto che un’associazione seria come il RIFF abbia offerto spazio e tempo per la conferenza più vanesia a cui abbia mai assistito.
Sto parlando del famigerato manifesto del dogma 008.
Non ho nessuna intenzione di addentrarmi un un’analisi dettagliata di cotale manifesto, perchè le immagini parlano più di mille parole. E invito chiunque a visitare le innumerevoli pagine di You Tube marchiate da Jonny Triviani o Dogma 008 o Eden e tutto ciò ad essi connesso. Qualche suggerimento? Qui Qui e Qui e infine qui.

Il movimento è stato creato e fondato su precise regole espresse nel manifesto pubblicato nel 2008 dalla società Margot Produzioni Srl e in particolare dai suoi soci fondatori: gli attori e registi Jonny Triviani e Giulia Carla De Carlo.

Le mie sono le semplici considerazioni di fruitrice di prodotti multimediali con una discreta esperienza nel settore e mi perplime l’idea di una evoluzione del Manifesto di Lars Von Trier del Dogma 95, il quale si proponeva semplicemente di riscoprire una veridicità artistica al di là di effetti speciali e alterazioni tecnologiche.
Al di là di qualunque idea di condivisione e non, questo scimmiottare la sacralità di un movimento che ha avuto il suo riconoscimento in pellicole di alto valore artistico, da Idioti a Festen, è sgradevole e superbo. Dove sta l’analisi, la rivisitazione, l’evoluzione di questi concetti che dovrebbero ruotare  intorno all’idea della purezza dell’arte? Io non trovo nulla di innovativo, nè tantomeno artistico  in questo dogma 008, la sua inappropriatezza nasce dal nome e si potrae in tutti i 10 concetti cardine che, a mio avviso, non sembrano altro che un elenco di banalità sconcertanti che non aprono nessun nuovo scenario artistico, ma che piuttosto instillano il dubbio che dietro questa sedicente ideologia ci sia semplicemente incapacità e un vuoto creativo buio e profondo.

R.I.F.F.

riffAnche quest’anno il Roma Indipendent Film Festival ci regala le immagini, spesso innovative, della cinematografia indipendente.
Sono i cortometraggi, con il loro linguaggio essenziale e diretto ad attirare maggiormente il mio interesse.
Ieri ho assisitito all’Italian Short Film 2 e ho scoperto delle piccole, ma anche grandi storie, raccontate spesso con maestria, altre volte attraverso immagini stereotipate e ridondanti.

Alba di Giorgia Farina,  racconta il dolore di una madre per la malattia del proprio bambino il quale, con un salto fantastico, si trasforma in un cavaliere coraggioso che lotta contro un drago malvagio. Animazione e realtà si alternano sullo schermo restituendoci un duello intenso che termina all’alba di un nuovo giorno.

Il Primo Mare, di Antonella Cappuccio, è l’avventura che i figli intraprendono quando lasciano la casa di famiglia per costruirsi la propria vita. Una madre, incapace di accettare l’abbandono, si ritrova al centro di un dialogo frenetico con le proprie bambole che ella stessa crea e cuce, le quali, attraverso racconti, miti e perle di saggezza la portano all’accettazione del naturale distacco. Esplosioni di colore in questo palco dalla scenografia curata in ogni dettaglio e resa ancora più viva dallo sguardo incantato della protagonista, Antonella Attili, che è riuscita ad emozionare nonostante i dialoghi un po’ inconsistenti e la struttura della storia un po’ vacillante.

Un’infermiera di nome Laura di Stefano Viali, prodotto dall’ingegnosa e giovane Fake#Factory,  narra l’inquietante solitudine mentale di Pietro che si ritrova in un umido e angosciante ospedale dove la lotta di potere, prescritta dalla conturbante infermiera Laura, codifica l’assurdità di questo non luogo, che diventa l’unica certezza di un’identità perduta.
La costruzione drammaturgica circolare somministra tensione continua attraverso l’uso di dialoghi puliti e lineari, luci e ombre accattivanti, interpretazioni sublimi.

to be continued…

Una motosega per Brandon Sclero

unamotosegaperbrandonsclero1Cosa succede quando un anarchico connaturato e un poeta stralunato si incontrano?
Nasce una bizzarra alchimia di parole, significati e riflessioni.

Un viaggio di un bambino nella memoria degli anni 70 rivissuta con nostaglica chiarezza e che restituisce i sogni e i valori di una gioventù così lontana dalla nostra, ma pur sempre idealista e disperata. Sono le suggestioni di Mauro Gasparini.

E l’assurdo trova una sua logica nelle poesie di Guido Catalano, parole sparate d’impatto nell’aria, che esplodono in fragorose  e succulenti risate.  Una bizzarra allegria pervade il corpo e l’anima.

I fuochi d’artificio dell’estro scoppiettano illuminando la serata molto più di quanto possa fare una stella del cielo, che altro non è che una palla di fuoco e di gas.
Ma tutto rimane al proprio posto, i nani nelle docce, gli scarafaggi nella cucina, e l’Amore dentro Kill Bill, perchè quello è il loro posto, anche se sono pochi quelli che lo sanno.

E domani 21 marzo, si ripete al Cafè Letterario di Via Ostiense a Roma.

Accorrete numerosi, accorrete!

Astinenza da web

SICILIA OGGI

CLAMOROSO!!!
Una strana figura, si aggira per le campagne sperdute di Trabia (PA). Unico compagno di viaggio un bastone, simbolo di un’arte divinatoria detta “rabdomanzia”.
Pare che il soggetto sia affetto da una sindrome non ancora del tutto chiara detta “net compulsion”.
La gente del paese la addita come forestiera folle e visionaria, c’è chi dice sia emigrata da Roma alla ricerca di lavoro e che l’impossibilità di comunicare via web le abbia fatto perdere il senno.

Si attendono sviluppi sulla vicenda.

Le mie virtù: “Sapienza”, Intolleranza e Spiritualità

Se l’affermazione dei propri principi viene scambiata  per intolleranza, allora anche io sono intollerante.
Ormai non posso più astenermi dal manifestare la mia opinione sulla vicenda Benedetto XVI  Vs  Università La Sapienza.
L’Università dovrebbe essere sede di dibattito e confronto, pertanto l’opposizione alla visita del papa dovrebbe rientrare in tutte quelle accuse che stanno sotto il nome di chiusura culturale, antidemocrazia e oscurantismo. Mumble mumble… esattamente la summa delle sentenze che costantemente Papa Ratzinger lancia come anatemi sul genere umano.
A mio avviso il rifiuto alla visita del Papa è una precisa e dovuta opposizione al valore simbolico che il Pontefice Joseph Ratzinger rappresenta nei confronti di una società civile che arranca nei suoi tentativi di evoluzione culturale e sociale.
Papa Benedetto XVI non è portatore di spiritualità, ma è semplicemente il capo di una fazione fanatica, intransigente e dogmatica che condiziona pesantemente le scelte politiche e sociali del nostro Paese in particolare, impedendo l’evoluzione e la crescita degli individui e della loro umanità, privilegio che Dio stessi ci ha donato.
Spiritualità è ricerca personale di Dio e nutrimento del Suo Amore che illumina l’anima e la mente degli individui rendendoli consapevoli delle proprie potenzialità. Prima tra tutte il desiderio di condivisione di questo Amore che, ciascuno a proprio modo e in base al ruolo che ricopre nella società civile (genitore, politico, scienziato, insegnante…), rende azione concreta.
La mia visione spirituale del progresso sociale potrà non essere condivisa dalla comunità scientifica, ma poco importa se lo scopo comune è lo stesso: elevarci da questo grado di arretratezza generale che ci circonda. Pertanto rivolgiamo lo sguardo in alto verso i comuni valori, URLIAMO a piena voce e con composta dignità, il nostro dissenso, ma riportiamo in fretta lo sguardo alla concretezza della realtà che va allo sfacelo, perchè mentre dibattiamo cumuli e cumuli di immondizia si ammassano ai nostri piedi.

Ui ar de best!

Ieri sera l’Asseblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la moratoria sulla pena di morte.
Purtroppo non basterà a salvare chi è ancora nel braccio della morte, perchè l’Onu non può imporre leggi sovrannazionali. Pertanto questo è solo un primo passo di un lungo cammino di emancipazione.
I nostri politici italiani non si sono lasciati sfuggire l’occasione per sbandierare l’orgolglio patriottico per il ruolo svolto dall’Italia, nella speranza di restituire un po’ di colore a quel vestito grigio, sporco e retro’ che il nostro paese indossa da anni ormai.
Quanto è accaduto ieri sera è un passo avanti nella storia dell’UMANITA’ TUTTA e una vittoria MONDIALE dei diritti umani. Questo è quanto!!!
Cari politici italiani, non perdete tempo a pavoneggiarvi in un inglese stentato e maccheronico davanti ai giornalisti di tutto il mondo. Armatevi di un moderno pezzo di stoffa, ago e filo e confezionate un bell’abito dinamico e di “tendenza” per la nostra signora Italia!

Aborto di coscienza

benedettoxvi.jpgUn aborto di coscienza, se non proprio un atto di subdola repressione rappresentano le parole di ieri del papa.
In uno stato laico e moderno, dove la democrazia dovrebbe regnare sovrana, il cittadino ha il diritto di avere la massina assistenza da farmacisti e medici, a prescindere da ogni forma di condizionamento morale. Chi sceglie di mettersi al servizio del cittadino sceglie di farsi promotore di solidarietà e uguaglianza.
Tale discriminazione è una vera e propria istigazione a delinquere!

Caro Papa Benedetto, non farci rimpiangere continuamente chi ti ha preceduto. Abbilo tu un sussulto di umanità e recupera il messaggio di Cristo!