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Sospensione…

Questa mattina la mia sveglia avrebbe dovuto suonare alle 4:15, ma così non è stato. Mi sono alzata alle 7:00 con Marco, abbiamo fatto colazione e tra una notizia e l’altra del telegiornale mattutino guardavo l’orologio e pensavo: a quest’ora sarei al lavoro già da due ore. Il set sarebbe stato quasi pronto, forse sarebbero mancate delle luci e Leonardo mi avrebbe chiesto a che punto erano gli attori. E io gli avrei risposto che tra una mezz’ora gli avrei portati sul set. E nel frattempo qualcosa sarebbe andato storto e in qualche modo l’avremmo raddrizzata così come abbiamo fatto in queste tre settimane in cui abbiamo girato delle bellissime scene di SMILE. Ma questa volta qualcosa è andato troppo storto Sealed…. e SMILE chiude i battenti…fino a gennaio, poi si ricomincerà…più forti che mai!

LASCIA PERDERE, JOHNNY

lascia-perdere-johnny.jpgVittima del fascino di Fabrizio Bentivoglio, attendevo con trepidazione l’uscita di questo film. Lascia perdere Johnny, racconta la storia di un ragazzo casertano (ottimamente interpretato dal giovane Antimo Merorillo) che suona la chitarra nella banda del paese guidata dal maestro/bidello Domenico Falasco, un ineguagliabile Tony Servillo che la sa lunga sulla scelta dei personaggi da interpretare…
Le ispirazioni del giovane vengono supportate dall’impresario truffaldino Raffaele Niro (Ernesto Mahieux) che tenta di fare il salto di qualità con il famoso maestro Augusto Riverberi (Fabrizio Bentivoglio), pianista milanese, ex amante di Ornella Vanoni. Johnny, così soprannominato dal maestro, si lascia coinvolgere in questo esperimento corale dal quale nasce una vicenda ahimè priva di storia, priva di contenuti narrativi, ma che lascia lo spazio alle immagini fotografate da una luce viva e prepotente che rivela più di mille parole. Un cast perfetto, calibrato mai fuori dalle righe, costruito da personaggi necessari e dalla forte personalità che ben si intrecciano l’un l’altro, ciascuno nel proprio ruolo, intrecciando le trame di una storia senza storia strabordante di sensazioni genuine.
In altre parole, il film non è avvincente, ma ci si lascia dolcemente cullare dalle note malinconiche di un’ inarrestabile colonna sonora che vince su tutto evocando i ricordi (della mia infanzia) di un sud pittoresco e non troppo lontano, facendoci dimenticare che la vicenda raccontata ha ormai perso la sua successione armonica mentre si avvia verso un finale ben scritto, ma messo in scena senza troppa cura.

IL NASCONDIGLIO

ilnascondiglio.jpgAttenzione, questo post non è una recensione, ma uno sfogo ricco di SPOILER!!! Così come i primi minuti del film Il Nascondiglio di Pupi Avati!
E’ merito della mia straordinaria intelligenza o vien da sè che l’arma del delitto è il chiavistello del portone, costantemente dettagliato mentre il ridicolo e inutile agente immobiliare narra il tetro racconto delle tre donne massacrate con un oggetto acuminato mai trovato? Lo stesso chiavistello che infilzerà la “labbrosa” e smagrita Yvonne Sciò interprete di un presunto personaggio “di svolta” che, animata da una incomprensibile e irragionevole motivazione, si inoltra nella casa degli orrori con il bamboccioso figliolo per aiutare la protagonista. Laura Morante è un’ottima attrice e una pessima doppiatrice di se stessa, tale da rendere poco credibile il suo intrepido personaggio che tenta di affrontare le proprie paure inconscie ostinandosi a trovare una soluzione a una storia di violenza avvenuta 40 anni prima nei lugubri corridoi di Snakes Hall. E poi, guarda caso, una delle novizie assassine ha lo stesso nome, Egle, con cui la protagonista da bambina, veniva chiamata in collegio…. ecco che il mistero si infittisce e non sarà una inaspettata coincidenza che unisce il passato al presente della protagonista… e invece si! E’ un caso che non dice niente e che non preclude ad alcuna inquietante backstory!
Tra falsi raccordi e scene prive di contenuto narrativo forzatamente appiccicate a una vicenda senza un intreccio plausibile, non si trovano risposte soddisfacenti a una storia dall’idea originaria piena di potenzialità espressive ma incredibilmente abortita.
E poi, caro Pupi Avati, maestro di un cinema italiano dal budget consistente, come hai potuto non accorgerti dell’evento miracoloso che a metà film ha restituito le dita alla menomata testimone del processo? Imperdonabile!

SMILE fine della seconda settimana

smilejpg.JPEGNonostante avversità climatiche e non, SMILE giunge trionfante alla terza settimana di riprese. I nostri ragazzi, dopo una breve pausa nella piazza di Borgoscuro, paesino arroccato su un’ inospitale rupe tufacea, gioiosi e festanti, si sono accampati nel cuore del bosco, convinti di trascorrere un intero week end solo loro e la natura, ma qualcuno o qualcosa li osserva…

SMILE – primo ciak

primo ciak.JPG6:45 di questa mattina: dalle fredde cascate di Monte Gelato una densa e avvolgente nebbiolina avvolgeva l’incantevole sceneraio che avrebbe presto rivelato un tragico destino…
L’alba era lì per lì per esprimersi al suo meglio e in quella solitudine si levava il fumo ributtante del sigaro dell’irriducibile direttore di produzione. Uno alla volta sono arrivati: gruppo, camper, trucco parrucco e i giovani attori del primo film di Francesco Gasperoni, SMILE.
Finanziato dal Ministero dei beni culturali, SMILE ha ottenuto il riconoscimento per opera di interesse culturale con la seguente motivazione: progetto cinematografico ben strutturato. Un thriller soprannaturale, da realizzare in digitale, in cui una semplice scampagnata nei boschi di un gruppo di ragazzi si trasforma in un orribile tuffo nel Nulla. Nella semioscurità del bosco, avvolto dall’odore di cipria, l’ansia cresce nello spettatore, si prepara la fine. Pensato apposta per colpire l’inconscio del pubblico più giovane, in grado di identificarsi con i personaggi, un film di genere poco frequentato dalla nostra cinematografia che promette di regalare qualche sano brivido.

Alle 10:15 è stato battuto il primo ciak!

Wonderpaolastra, assistente alla regia, è felice!

Aborto di coscienza

benedettoxvi.jpgUn aborto di coscienza, se non proprio un atto di subdola repressione rappresentano le parole di ieri del papa.
In uno stato laico e moderno, dove la democrazia dovrebbe regnare sovrana, il cittadino ha il diritto di avere la massina assistenza da farmacisti e medici, a prescindere da ogni forma di condizionamento morale. Chi sceglie di mettersi al servizio del cittadino sceglie di farsi promotore di solidarietà e uguaglianza.
Tale discriminazione è una vera e propria istigazione a delinquere!

Caro Papa Benedetto, non farci rimpiangere continuamente chi ti ha preceduto. Abbilo tu un sussulto di umanità e recupera il messaggio di Cristo!