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Le mie virtù: “Sapienza”, Intolleranza e Spiritualità

Se l’affermazione dei propri principi viene scambiata  per intolleranza, allora anche io sono intollerante.
Ormai non posso più astenermi dal manifestare la mia opinione sulla vicenda Benedetto XVI  Vs  Università La Sapienza.
L’Università dovrebbe essere sede di dibattito e confronto, pertanto l’opposizione alla visita del papa dovrebbe rientrare in tutte quelle accuse che stanno sotto il nome di chiusura culturale, antidemocrazia e oscurantismo. Mumble mumble… esattamente la summa delle sentenze che costantemente Papa Ratzinger lancia come anatemi sul genere umano.
A mio avviso il rifiuto alla visita del Papa è una precisa e dovuta opposizione al valore simbolico che il Pontefice Joseph Ratzinger rappresenta nei confronti di una società civile che arranca nei suoi tentativi di evoluzione culturale e sociale.
Papa Benedetto XVI non è portatore di spiritualità, ma è semplicemente il capo di una fazione fanatica, intransigente e dogmatica che condiziona pesantemente le scelte politiche e sociali del nostro Paese in particolare, impedendo l’evoluzione e la crescita degli individui e della loro umanità, privilegio che Dio stessi ci ha donato.
Spiritualità è ricerca personale di Dio e nutrimento del Suo Amore che illumina l’anima e la mente degli individui rendendoli consapevoli delle proprie potenzialità. Prima tra tutte il desiderio di condivisione di questo Amore che, ciascuno a proprio modo e in base al ruolo che ricopre nella società civile (genitore, politico, scienziato, insegnante…), rende azione concreta.
La mia visione spirituale del progresso sociale potrà non essere condivisa dalla comunità scientifica, ma poco importa se lo scopo comune è lo stesso: elevarci da questo grado di arretratezza generale che ci circonda. Pertanto rivolgiamo lo sguardo in alto verso i comuni valori, URLIAMO a piena voce e con composta dignità, il nostro dissenso, ma riportiamo in fretta lo sguardo alla concretezza della realtà che va allo sfacelo, perchè mentre dibattiamo cumuli e cumuli di immondizia si ammassano ai nostri piedi.

Strani Bambini

strani-bambini.jpgDopo molti, ma molti mesi di gestazione è finalmente venuta alla luce la raccolta di racconti STRANI BAMBINI di cui la mia augusta persona, cioè io, e il mio deliziozo fidanzato siamo autori, insieme ai compagni del vecchio corso di scrittura creativa, che galeotto fu nella nascita di questo sentimento amoroso che ci lega. (E un po’ di gossip ci piace…)

“I bambini sono creature innocenti che attirano sorrisi e carezze. Anche quando sono cattivi, se tagliano la coda a una lucertola o legano il gatto all’altalena [… ] i loro sentimenti sono più forti perchè puri, perchè non ci sono principi morali, sociali o religiosi a sfumare, ammorbidire o impedire le loro decisioni. Ecco allora apparire mostri in miniatura totalmente inconsapevoli.”
Questo è quanto dice nell’introduzione Cinzia Tani curatrice della collana Colpi di scena presso l’Edizioni Mephite.

Se è vero che gli adulti devono imparare ad ascoltare i bambini, prima ancora devono insegnare loro che esistono anche gli altri e che il rispetto per il prossimo, per se stessi e i propri limiti è la prima regola della convivenza serena in questo mondo sempre più differenziato. Sembrerà banale, ma vedo troppi bambini prepotenti e arroganti e troppi genitori che riempono le loro testoline di idee di sopraffazione e rivalsa. Aggredire e primeggiare su tutto e tutti, questo è il loro primo comandamento.
Un giorno, a una festa di compleanno, dopo che due squadre si erano fronteggiate a un gioco divertente, chiesi al festeggiato di 8 anni: “Perchè stai piangendo?” E il bimbo, tra lacrime e sionghiozzi mi rispose: “Perchè ho perso!”. “Non fa niente, era solo un gioco…per divertirci e stare insieme”. “No! Io devo vincere! Devo vincere!” E ancora lacrime. Poi gli ho proposto un altro gioco e lui mi ha risposto: “E adesso chi glielo dice a papà che non sono un campione?”
E un’ altra volta un genitore mi disse: “Mi raccomando, mio figlio è il festeggiato, fallo vincere sempre.”

La cattiveria dei bambini non è mai spontanea, è sempre indotta e lo descrivo attraverso i due racconti dal titolo Prima Comunione e L’intruso che si possono anche trovare nella sezione “I miei scritti” di questo blog.

Buona lettura.

Mantra che ti passa

yoga.jpgNon ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame  non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame non ho fame

Caramel

caramel.jpgZucchero, limone e acqua. Portate il tutto in ebollizione e mescolate finchè il composto non raggiunge la colorazione bruna tipica del caramello. Dolcissimo, ma assaporate con attenzione, brucia!
Così come bruciano le passioni delle donne di Beirut in questo film dalle tinte calde e accoglienti. Nella prima mezz’ora sembra non accada nulla, ma in realtà senza accorgertene ti ritrovi seduta nel salone di bellezza in attesa di una stravagante messa in piega fatta ad arte dalle sapienti mani di Nadine Labaki, che però sul più bello ti abbandonerà davanti allo specchio per inseguire il sogno che si è appena annunciato col clacson di un’auto. Ma ci saranno le sue amiche e colleghe a consolarti e porteranno a termine il lavoro incompiuto. E ti accorgerai che quella sedia è comoda e accogliente e ti lascerai cullare dalle musiche di Mouzanar mentre Nisrine, Rima, Jamale e Rose ti confideranno i loro segreti e i loro tabù. Non importa che siano essi cattolici o musulmani, sono pur sempre le frustrazioni di una sensualità repressa, ma inevitabilmente dirompente. E le femmine danzano con i loro sentimenti forti e appassionanti e lottano con i limiti imposti dalla cultura di un paese affaticato che a stento tenta di raggiungere la modernità. Ma sarà una lotta persa quella con i limiti che alcune impongono a se stesse, come la rinuncia all’amore e il patologico attaccamento alla gioventù che fugge. Tra lacrime e sorrisi, senza mai arrendersi le donne libanesi non urlano i loro diritti, ma difendono coi denti ciò che hanno conquistato e trovano soluzioni ai problemi quotidiani forti di un’arma imbattibile: la complicità delle donne.

FAME (I wanna eat forever!)

fame.jpgSono le 17.50 e l’ora di cena è molto lontana. Peso ancora 78 kg, ma qualcosa mi dice che la lancetta della bilancia si inclinerà lentamente verso sinistra.
OGGI 8 GENNAIO 2008 WONDERPAOLASTRA SOTTOSCRIVE UN CONTRATTO CON GLI ITALIANI!!! Scusate la mania di grandezza, ma solo esponendomi così pubblicamente potrò prendere sul serio il mio primo e unico proposito per l’anno nuovo: DIMAGRIRE!!!
(gli altri sono gli stessi dell’anno scorso e visto che sono rimasti propositi…)
Quali sono i punti salienti di questo grandioso progetto? Nu magna’ (va be’, poco e de tutto) e fatica’ in palestra!!!
Prossima pesata il 21 gennaio. Obiettivo 76 kg!

Leoni per Agnelli

leoniperagnelli.jpgQuest’anno è stato davvero difficile trovare il film di Natale adatto a me e ai miei genitori e così, dietro suggerimento di mio padre (a.k.a. Il Nonno) siamo andati a vedere Leoni per Agnelli…che però è piaciuto solo a me e a mia madre.
Non è un capolavoro, nè tanto meno un forte film di denuncia, e non racconta di più di quanto già non si sappia, ma mostra, attraverso uno sguardo discreto e moderato, quanto la guerra in Afghanistan (e con essa tutte le guerre) riguardi profondamente le vite dei singoli e la successiva costruzione di una coscienza critica comune. Davanti a un’America e forse anche un’Europa ormai assefuatte dalla visione della violenza bellica, le parole del Professor Malley al suo giovane allievo sono un tentativo maieutico di risvegliare il senso di partecipazione (qualunque forma esso possa assumere) alla causa comune, alla costruzione di un destino personale che coinvolge comunque la collettività. “Libertà è partecipazione”, no?
Nell’altro piano narrativo del film, nella stanza del potere, parole, foto e simboli raccontano la storia di una precisa strategia che ha portato solo al fallimento e viene sbandierata la nascita di un’ ulteriore teoria bellica che però rivelerà nel finale del film (ma già la Storia parla da sé) la disillusione della vittoria. Nel dialogo, magistralmente scritto, tra un senatore assetato di vittoria a qualunque costo e una giornalista sdegnata e confusa, si delinea il cinico e perverso delirio di onnipotenza del potere americano che manda al massacro, manovrandoli come esche strategiche, i giovani soldati costretti, paradossalmente, ad arruolarsi per sopravvivere.
Anche la morte è una delle conseguenze possibili della presa di posizione nei confronti della guerra e lo si vede, seppur in maniera un po’ retorica, anche nel finale del film, che lascia comunque un senso di sgomento e smarrimento che, a mio avviso, lentamente si insinua nello spettatore fino a concretizzarsi in un’opinione precisa e delieata…qualunque essa sia.