Senza parole…
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Zodiaco
Aspettavo con curiosità la messa in onda di Zodiaco e devo dire che sono, tutto sommato, soddisfatta.
Zodiaco è una miniserie in quattro puntate che narra le vicende di una ricca famiglia di banchieri torinesi la cui serenità (solo di facciata) viene turbata da una serie di omicidi che hanno il sapore dell’occulto e del paranormale. Protagonista Antonia Liskova, brava attrice lanciata da Incantesimo, che è riuscita ad emergere nel panorama delle fiction italiane facendo, man mano, scelte sempre più coraggiose. Come quest’ultima prodotta dalla stessa Rai e dalla Casanova Entertainment, casa di produzione fondata dall’odiato e irriverente Luca Barbareschi, che, nonostante il suo carattere strafottente e spocchioso e le sue idee politiche tutt’altro che condivisibili, ha il merito di mostrare se stesso per quello che realmente è, compreso un bravo attore, e il coraggio di osare e sperimentare. Tanto di cappello quindi a questa coraggiosa scelta che ha visto la complicità della Rai, abitualmente avvezza a proporre e riproporre sempre le solite storie rassicuranti e condite di buonismo. Mi chiedo come mai tutto ciò sia potuto accadere. Ma senza sprecarci in illazioni di alcun genere, vorrei dare il mio giudizio positivo sulla sceneggiatura (di Mimmo Rafeli) scritta con sapienza e dovizia di particolari e con una maestria progettata a tavolino che semina indizi senza raccontare troppo, che lascia spazio all’immaginazione, che costruisce il ritmo della tensione emotiva immergendosi completamente nell’atmosfera misteriosa di una Torino ricca, nobile e borghese, ammantata dal fascino del mistero e dell’esoterismo puro.
In questa prima puntata in cui sono stati presentai i protagonisti con il loro pesante carico di ambiguità, la regia consapevole e dinamica di Eros Puglielli guida la macchina da presa insieme ai personaggi in un balletto dal ritmo incisivo e diretto all’effetto visivo raccontando il necessario senza cedere alla tentazione di inutili virtuosismi. Il mistero, la forza occulta e paranormale si insinua lentamente in quasi tutte le scene e avvolge la storia intricandola man mano attraverso l’uso di simboli (lo schema astrale) e miti eterni (le centurie di Nostradamus).
Se la nuova filosofia di Rai Fiction si nutrirà finalmente di rischio e audacia, sarà una grandissima vittoria per quella vasta massa di pubblico che spera e desidera vedere prodotti nuovi e innovativi. That’s Entarteinment…too.
Certo, Zodiaco non è propriamente italiano, è un format francese adattato – pure troppo – alla cultura italiana (vedi il poliziotto figo e provolone…) ma mi lascia sperare che forse qualcosa sta cambiando.
Gli interessi in gioco sono tanti, pertanto non mi resta che sperare nei dati auditel che possano promuovere questa nuova fiction a pieni voti.
Nel tunnel nucleare
Mancano ormai poche ore al P-Day 2 (in anteprima confesso che temo di non essere riuscita a centrare l’obiettivo questa volta ) tuttavia le mie preoccupazioni convergono sull’evento traumatico di questa mattina. Come già anticipato, oggi sono nuovamente entrata nello scaldabagno psichedelico per effettuare la tanto agognata Risonanza Magnetica con mezzo di contrasto. Nell’attesa che i miei tessuti molli rivelino l’entità della mia emicrania, osservo ancora timorosa il livido sulla mano dentro cui mi hanno iniettato il temibile liquido di contrasto, portatore di ansie da possibili effetti collaterali. Alla mia domanda: “Quali sono questi presunti effetti collaterali?” la ripsosta è stata: “Orticaria, allergie varie…” “ah…” nel frattempo mi tranquillizzo, firmo il consenso e, tanto per sdrammatizzare, pongo una simpatica domanda: “Ma si può morire?” e l’infermiera “neeeeeeee, giusto uno su mille!”
UNO SU MILLE??? UNO SU MILLE?!?
UNO SU MILLE??? UNO SU MILLE?!?
UNO SU MILLE?!?
Uno su mille è una statistica con un fattore di rischio ELEVATISSIMO!!!
Ma nel frattempo mi aveva già bucato la mano, senza troppa grazia e completamente indifferente alla mia più volte declamata agofobia. Poi mi ha inserito una specie di valvolina/serbatoio (perdonate la mia ignoranza sulla terminologia medica) dentro la quale di lì a poco mi avrebbero iniettato il temibile liquido. Quel “di lì a poco” ha comportato un’attesa di un’ora e quaranta con l’inquietante oggetto acuminato inserito sotto la mia pelle! Il tutto avveniva alle ore 12. Alle 13.40 comincia l’esperienza futurista. E di nuovo BANG BANG, TUM TUM SDRA SDRA, IIIIIIIIIIIIIII, CIOMP CIOMP, ZUM ZUM, BONG BONG. Tutti quei rumori assordanti hanno bombardato la mia fragile testolina per un quarto d’ora circa. A metà trattamento l’ “amabile” infermiera apre di scatto la porta, io da dentro lo scaldabagno non ho possibilità di vederla, lei mi afferra il braccio, sempre con la stessa grazia di cui sopra, e mi inietta un liquido freddo che sento diffondersi nel sangue lungo tutto il braccio…E intanto canticchiavo Uno su mille ce la faaaaaaaa…
Lars e una ragazza tutta sua
Lars è timido, schivo, ha paura della gente. Lars evita tutti, anche chi gli vuole bene, come suo fratello e sua congnata. Lars, ha un lavoro, ma non comunica con nessuno. Lars si autoesclude e vive solo in un garage. Lars è amato dalla sua comunità, ma Lars ha anche tanta voglia di amare. E così questo amore lo cerca e gli dà vita attraverso le forme di Bianca. Ma Bianca è una bambola, una realdoll, di quelle al silicone, di quelle con cui gli uomini sessualmente frustrati possono farci tutto ciò che vogliono, tanto queste bambole non parlano. Ma Bianca è diversa e comunica molto più di quanto avrebbe mai potuto fare anche la migliore delle donne.
“Lars e una ragazza tutta sua” è la storia di un disagio mentale che ha origine nell’infanzia di Lars, ma questo infondo non importa. Importante è l’amore della comunità che aiuta Lars nel suo cammino interiore. Ed ecco che la realtà alterata di Lars diventa la realtà di tutti e Bianca è amata e richiesta da tutti, tanto che dovrà persino crearsi un’agenda per organizzare tutte le attività che la piccola comunità di un piccolo paesino del Wisconsin le offre.
Tra piccole gag, episodi divertenti e un filo conduttore dolce, amaro e delicato, la storia scorre piacevolmente con la giusta leggerezza nei dialoghi e con quei piccoli ma significativi gesti dei personaggi che evocano perfettamente ogni sfumatura della loro emotività.
La sceneggiatura, forse in alcuni momenti poco fluida, gode di una grande virtù, quella di non avere insistito sull’analisi del disagio, evitando psicologismi e presunte teorie sui disordini mentali, tuttavia, restituisce un godibile approccio intimista a una storia difficlie e forse al limite del surreale. Ma poco importa se si esce dal cinema con la speranza che tutto questo possa essere realmente accaduto.
Sfighe e Privilegi
Stamattina mi crogiolavo sola soletta nel letto cercando l’ispirazione per alzarmi (i vantaggi della disoccupazione…) e pensavo pensavo…
E così ho fatto un elenco di ciò che mi piace e ciò che odio della mia vita. Una sorta di bilancio di fine anno un po’ in ritardo.
Questa è stata la genesi della seguente lista:
PRIVILEGI & SFIGHE
1) mi alzo quando mi pare
1) non ho un lavoro stabile
2) vivo in una bella casetta
2) non è mia!!! nè di Marco, nè mai potremo comprarne una
3) sono un’ottima assistente alla regia e ho fatto tutto da sola!
3) non appartengo ad alcuna casta: lavoro pochissimo!
4) ho delle amicizie VERE
4) sono tutte lontane!
5) ho una bella famiglia…
5) a Bologna…io abito a Roma
6) vivo con un uomo meraviglioso
6) non ci sono controindicazioni a riguardo
7) sono alta
7) ma in sovrappeso e non trovo mai le taglie giuste
8 ) riesco a guadagnare con l’animazione per bambini
8 ) sì, ma è un lavoro da studenti. Io c’ho 32 anni!!!
9) la salute…ipocondrie a parte, discreta!
9) lotto da un anno contro l’emicrania
10) amo ballare
10) non ci vado mai!!! non so con chi andare!!!
11) ho questo blog che è molto meglio di qualunque psicoterapia
11) web addicted
12) ho una nipote stupenda
12) aspettiamo che cresca…
13) non sono un mostro
13) ma manco sta strafiga!
14) riesco ad andare spesso al cinema
14) guardo Beautiful!
15) parlo molto bene il tedesco
15) non mi serve a niente
16) ho tanto tempo per studiare ciò che mi piace
16) nel frattempo gli altri guadagnano
17) ho disegnato sull’armadio una bella storia per bambini
17) non riesco ancora a scriverla
18) sono Leone, ottimista e solare
18) ascendente Capricorno, umorale e paranoica
19) vorrei arrivare al ventesimo punto di questa lista
19) non so cos’altro aggiungere
La morale è….è….dunque…mumble mumble…direi che…sì!
…Sì, proprio così!
P-Day!!!
Ma devo essere sincera: sono reduce da un fine settimana di vomiti e digiuni causa malefico virus intestinale…
Senza nè infamia nè lode WP va avanti nel suo progetto: prossima meta 75kg!
Stabilisco il prossimo P-Day per il giorno 31 gennaio! Piccoli obiettivi per grandi traguardi!
N.B. Unghie dei piedi appositamente curate per l’evento
Cara Viviana
quando ti ho conosciuta 11 anni fa in Germania, mi sei stata subito simpatica perchè eri alta quanto me e portavi il 42 di piede, proprio come me. Ma erano le uniche cose che ci accomunavano. Poi, col tempo, la diversità ci ha unite sempre di più e, seppur lontane, abbiamo condiviso gran parte delle nostre vite.
Poco più di anno fa mi hai chiamato nella tua stanza, volevi tranquilliazzarmi e farmi capire che eri serena, che avevi già da tempo accettato il tuo destino e che eri preoccupata per noi, noi che saremmo rimasti. E io continuavo a chiedermi il perchè di tutto questo, perchè proprio a te. E non mi bastavano le tue risposte su un ipotetico disegno divino, che avrebbe lasciato a noi un’eredità spirituale speciale e da privilegiati. Io non lo volevo quel privilegio, io volevo solo vederti in piedi come una volta e magari organizzare un prossimo viaggio insieme. E tu continuavi a sorridere e dicevi, “perchè non doveva succedere a me?” E poi hai aggiunto “ho sempre avuto paura di voltarmi perchè temevo di non trovare nessuno, oggi invece so che non è così e sentire questa gioia è stato il regalo più bello che ha reso la mia vita degna di essere vissuta”.
E’ passato un anno da quando mi hai lasciato quell’eredità e forse solo ora comincio a sentirne quel privilegio, ma questo allevia ben poco la tua mancanza.
Il mio week end
Aspettando il P-Day
Mancano solo 4 giorni al P-Day (Peso day)!
Certo, se sapessi dov’è la bilancia, potrei almeno sbirciare se mi sto avvicinando all’obiettivo 76… Ma qualcosa mi dice che lunedì si materializzerà davanti ai piedi e io tentennerò, sudando e tremando, in attesa della temibile sentenza.
Non so se sto dimagrendo, ma questo metodo Weight Watchers del terzo millennio sta funzionando sul controllo dell’alimentazione. Mettere in web-piazza il lungo e tortuoso cammino dietetico e sottopormi al pubblico martirio (in caso di sconfitta) o di elogio (in caso di vittoria) mi sta suscitando il giusto timore che mi taglia le mani davanti alle innumerevoli tentazioni che prepotentemente mi si palesano davanti agli occhi. Reperti calorici natalizi, i biscotti cioccolatosi della colazione di Marco, la deliziosa torta ai 7 veli di mia suocera nascosta in chissà quale anfratto della credenza, il cui profumo mi avvinghia e mi attrae come le sirene di Ulisse… Ecco, mi sono eccitata!!! Vado a fare una ventina di flessioni…mumble mumble… meglio una doccia!
Il peso dell’ossessione
Oggi la WP forte ha nascosto la bilancia sull’armadio, in alto in alto dove ci si arriva solo con la scala.
Oggi la WP debole e ossessiva voleva pesarsi, ma non ha trovato la bilancia.
La schizofrenia ha i suoi vantaggi…