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Bologna ieri, Bologna oggi

bologna.jpgPasseggiare tra le vie notturne di Bologna fa sempre un certo effetto. Ogni angolo, un ricordo di quando freakkettona mi aggiravo sempre un po’ fuori, con Cletta, la mia bicicletta, tra l’Irish, il Corto Maltese, l’Estragon e poi d’estate il Made in Bo, la Festa dell’Unità. E mi dimenavo tra Subsonica, Rage against the machine e tutto ciò che ci proponeva il mitico DJ Freak (a.k.a. Filippo) e poi le pedalate fino a Villa Serena a cercare il tipo di turno che immancabilmente si rivelava un idiota senza speranza.

Oggi Bologna è la mia famiglia, mia madre e mio padre nonni felici e dinamici, mio fratello padre di famiglia, l’altro mio fratello (booboovibration) sempre più musicista “a world apart”.
E passeggio con Marco e chiacchiero coi sempre fedeli Paolo&Lucia di mutui, matrimoni, lavoro mentre scorrono davanti ai nostri occhi i momenti più assurdi del periodo universitario. E sono felice per quello che ho vissuto e per quello che vivrò.

Palermo – Civitavecchia, direzione CASA

palermo-civitavecchia.jpgAlle ore 7.30 la nave attraccò, anzi ha attraccato. Sono a casa,  è tempo di mettere da parte il passato remoto siculo.

Pimpante e gaudente salgo in macchia, fuoriesco dalla nave e sfreccio lungo l’autostrada, direzione: ROMA! CASA!

Accendo l’autoradio, sì Radio Rock, quella con cui canto a squarciagola, With or without you, canto con Bon, il vento tra i capelli, poi DJ Emilio: il primo che telefona allo 06….si aggiudicherà due biglietti per lo spettacolo di Maurizio Crozza questa sera a Frascati.

Quanto je piace Crozza all’amore mio! Non finisco di pensarlo che sono già in linea. VINCO!

Ora tocca a Bob Dylan e, like a rolling stone,  rotolo felice lungo l’autostrada.

Sono a casa, ah!

Il sottile confine

PREMESSA:

Ferie: giorni di lavoro RETRIBUITI che spettano al lavoratore

Licenziamento: porre fine a un contratto di lavoro

CONSEGUENZA:

Oggi WP va in “licenziamento”, si ricomincia il 25 Agosto.

Da lunedì solo preparativi per il wondermatrimonio !

p.s. ma in fondo perchè definire per forza questo tempo sospeso? Lunedì mattina sarò a casa Smile

Lavoro, lavoro, lavoro, nient’altro che lavoro

workaholic.JPGore 6.30 sveglia e imprecazioni varie contro Morfeo che tenta insistentemente di imbrigliarmi al letto;

ore 8.oo arrivo ufficio dopo aver percorso la strada a 2 km/h causa carretto siciliano/ape antistante;

ore 20.30/21.oo ritorno a casa ed echi rimbombanti e voraci dei morsi della fame

ore 21.30 cena (definizione un po’ ardua per due cose mangiabili messe assieme)

ore 22.30 preparativi per l’indomani (lavaggio piatti, macchinettà del caffè, decidere cosa indossare il giorno dopo, fare il punto della situazione lavorativa e nostalgie varie per la Capitale)

ore 23.3o lettura della stessa riga dello stesso libro per l’ennesima volta prima di sprofondare nel sonno breve!!!

ore 6.30 “ma cazzo, mi sono messa a letto adesso… Yell

Ecco la risposta a chi mi chiede perchè non sto più curando il mio piccolo, modesto e amato blog…. sigh! Cry

Ritornerò…

Un saluto ai web amichetti che non commento più…

Scena 101/18 Esterno Giorno

ciak.jpg

“Ed è MOTORE!”
“MOTORE PARTITO!”
“BUONA!”
“AZIONE!!!”

Sì, ingegnere, stiamo aspettando l’incartamento dalla procura di Palermo….” 

Queste sono state le prime parole pronunciate dal mio alter ego artistico, la segretaria stronza.
Mi sono divertita come una matta, ma in fondo giocavo in famiglia.  Non ho tradito emozione alcuna, felice e contenta (il set è il mio luogo naturale) sono partita in quarta e ho eseguito la parte e i movimenti nel modo giusto.
Brava WP! Sono orgogliosa di me stessa!
Ma il punto di vista più affascinante della macchina da presa rimane sempre quello che sta dietro, pertanto non mi diletterò in carriere artistiche alternative e proseguirò lungo la mia strada.

to be continued…

Debutti, astuzie femminili e…maschietti!

pushup.jpgMartedì mattina appuntamento sul set alle ore 7.00. Un’ora di preparazione (trucco, parrucco e costumi) e WP diventerà la “segretaria stronza”, segnando il suo debutto attoriale nel mondo della soap! Ebbene sì, quando la personalità multiforme strasborda, è inevitabile approdare all’eccentrico lido della Settima Arte.
E così Agrodolce non solo accoglierà il mio nome nella troupe list dei titoli di coda, ma mostrerà all’Italia intiera il mio bel faccino.
Per mezza giornata sarò attrice…beh, veramente figurazione, ma speciale, però.
Parlo! C’ho 4 battute!!! E mica del tipio: il pranzo è servito, tsè!
Non posso narrare oltre, non voglio certo rovinare la suspance di quando, tra tanti e tanti mesi, andrà in onda la puntata che mi vedrà sfoggiare le mie doti recitative!

Perciò stamattina prova costume..bisogna vestire il personaggio.
Indosso le diverse camicie a disposizione, mi slacciano i primi bottoni, poi la costumista mi lancia un’occhiata delusa al décolleté e mormora: ho la soluzione per te!
Si avvicina a un cesto pieno di cianfrusaglie e tira fuori due “spalline”. Le osserva compiaciuta e trionfante me le porge. Io le guardo incuriosita e penso: ma se c’ho du spalle che meno male che nun so’ leghista, se no me scambiavano pe a moglie de Hulke!
Lei mi fissa aspettando una mia reazione, io ricambio lo sguardo spalancando gli occhi interrogativi. Lei sorride un po’ imbarazzata, poi mi infila le protesi nel reggiseno e… magia…Le due gemelle si incontrano per la prima volta, l’una accanto all’altra, strette strette nell’abbondanza burrosa del mio decollété.
Lo fanno tutte dice lei.
Il mio sguardo compiaciuto si fissa sulla gloriosa scollatura. Però…, penso ridacchiando. E la femminuccia che c’è in me, vanitosa ed esibizionista più che mai, si riversa nei corridoi a sfoggiare la gioia dell’abbondante scoperta.
E incontro proprio lui, mischino,il collega meraviglioso, a tratti timido, vittima delle mie innocenti provocazioni.
Si ferma, mi mette al corrente su un problema di produzione, poi si accorge della novità, l’occhio cade costantemente sulle bimbe cicciotte e si sforza di riportare i suoi bulbi oculari verso i miei, ma è un’operazione troppo complicata da fare contemporaeamente a quella di imbastire un minimo di discorso sensato su una location e una giornata di set difficle. È più forte di lui, quel pensiero lo attanaglia, qualcosa non gli torna e parla in maniera sconnessa, è visibilmente impacciato, come ha potuto non accorgersi di tale “generosità” in tutti questi mesi…. Lo blocco, gli sorrido e gli dico: tranquillo, è tutta roba finta e, con gesto seducente e ridanciano, lentamente avvicino le mani ai bottoni della camicetta. Lui strabuzza gli occhi, una goccia di sudore gli riga la guancia sinistra, forse comincia a tremare.
Infilo la mano nella scollatura, estraggo una “spallina”. Una delle gemelle sprofonda nell’oblio di sempre, mentre l’altra, spocchiosa, tenta di rimanere sul podio.
Poi lui sorride, e mi dice, beh, mi sembrava strano che non me ne fossi accorto prima. E, pensando di esserne uscito con dignità, ritorna verso il suo ufficio.
E forse si consola pensando che il suo testosterone è ancora desto e brioso come non mai.

Il Divo

il-divo.jpgMi ci è voluto del tempo, dei giorni. Solo adesso posso affermare con certezza che l’ultimo film di Paolo Sorrentino, Il Divo mi è piaciuto. Ma anche se a tale conclusione non fossi giunta, sono sempre stata dell’opinione che siamo di fronte a una pellicola di elevata qualità.
Se non riuscite a parlar bene di una persona, non parlatene…. È l’iscrizione che apre il sipario alla messa in scena, quasi a metterci in guardia dall’esprimere alcun giudizio di valore in merito all’uomo che stiamo per conoscere attrverso la rappresentazione curata e raffinata che scorre lentamente davanti ai nostri occhi.
Sin dalle prime immagini si apre una dimensione altra, tenebrosa, è la scena in cui si muove la figura mefistofelica di Andreotti, ritratto nell’intimo del suo dolore, l’emicrania cronica che lo corrode da sempre (e in questo va tutta la mia solidarietà). È la dimensione privata dell’uomo, del marito che stringe la mano alla moglie seduto davanti alla tv ad ascoltare le note di Renato Zero e dei Migliori anni della nostra vita.
Ma poi entra con impeto la storia: una carrellata d’impatto veloce degli omicidi che scalfiscono la storia d’Italia, immagini oblique e taglienti e musica sparata con la stessa violenza che suscitano i ricordi più inquietanti della nostra epoca.
Il momento in cui il racconto documentario si fonde nell’immaginario passa inosservato. Tutto è rappresentato con uno stile visionario, amplificato magistralmente dall’ottima interpretazione dei personaggi al limite del grottesco e caricaturale. La farsa, il burlesque, innovazioni visive dettate da una regia moderna, dinamica che non si parla addosso ma che sa essere misurata e appropriata in ogni momento e illumina con tagli di luce espressionistici più che mai, che raggiungono il loro apice nel bianco esasperante nella scena del bacio con Totò Riina.
Dalla velocità delle immagini che danzano a ritmo di un rock graffiante, si passa senza stonature, alla lentezza lugubre di quella figura “sgorbieggiante” che si aggira scivolando tra i corridoi dei palazzi della politica, senza disdegnare i solotti festosi.
Grandiosi i primi 40 minuti, lento e a tratti noisoso, ahimè, nella seconda parte.
Memorabile l’entrata in scena dei Reservoir Dogs della “Corrente Andreottina”: Cirino Pomicino, Evangelisti, Ciarrapico, Sbardella, Lima e il Cardinale Angelini.
Ed è solo una parte della storia di Andreotti, dall’aprile del 1992 alla vigilia del processo di Palermo, ma pendono come macigni sull’orlo di un burrone, la strage di Capaci, il delitto Moro, la bancarotta del Banco Ambrosiano, l’omicidio Pecorelli, le confessioni dei pentiti.
Il Divo non viene mai messo direttamente alla sbarra, c’è la narrazione degli eventi che hanno caratterizzato l’Italia degli scandali, della corruzione, dei delitti sociali, in nome della ragion di stato. È proprio in nome di quella massima machiavelliana per cui il fine giustifica i mezzi, il Divo Giulio si assume la responsabilità della “pratica del Male che è servita a preservare, difendere, promuovere il Bene”. In fondo il Male è connaturato nell’uomo, siamo tutti peccatori, quale meraviglia di fronte a così fatto sarcasmo, cinismo, spregiudicatezza, “autogiustificazionismo”, quale stupore di fronte alla pratica di quel Potere che logora chi non ce l’ha?

Il Divo Giulio, la Sfinge, il Gobbo, La Volpe, il Papa nero, Belzebù. Più volte oggetto di satira, più o meno raffinata, dalla quale risulta comunque difficile differenziarsi, in quanto facente parte attiva da più di mezzo secolo dell’immaginario collettivo del nostro Paese, ne scaturisce, del politico, la parte che paradiossalmente definirei più umana nella sua dimensione enigmatica, mefistofelica e a tratti arrendeista a un destino ineluttabile, come fosse investito di una responsabilità divina nel portare avanti il programma per il Bene della collettività. Una personalità doppia, il Diavolo e l’Acqua Santa che trovano nel Divo il canale unico di un dialogo vivace e attivo per cui l’uno giustifica l’altra in nome del Bene Supremo, che è il Bene dell’uno e dell’altra. Ecco perchè, a differenza dell’odiato/amato mito De Gasperi che trascorreva le ore in preghiera diretta con Dio, Giulio ama conversare con i preti, perchè i preti votano, Dio no.
L’interpretazione di Servillo e il tentativo di somiglianza realiastica risulta riuscito nell’uso sapiente della voce e dei movimenti lenti e impalpabili, prima su tutte la camminata scivolosa. Ma risulta artificiosa la maschera che inficia la credibilità del personaggio.
Si può essere maschera senza indossare una maschera.
Toni Servillo non assomiglia per niente ad Andreotti, ma che importa? Non è sufficiente indossare una gobba e incurvare le orecchie per essere Andreotti, a uno come Servillo sarebbe bastato camminare, muoversi e parlare come Andreotti.
La prodigiosa messa in scena de Il Divo è la dimostrazione di come si possa ironizzare sulla politica, sfociando nel grottesco mantendendo la classe e la finezza intellettuale che Sorrentino ha dimostrato di saper fare.
Il Divo è un film che in fondo non aggiunge nulla a ciò che già si sa e non scoperchia alcuna verità. Si limita a mostrare quadri di fatti ed eventi della nostra storia che in qualche modo hanno visto Andreotti protagonista e dai quali è sempre riuscito a uscirne pulito davanti alla Giustizia e davanti agli occhi degli italiani che, come d’impeto rumoreggiano, replicano, protestano e si lamentano, così altrettanto velocemente dimenticano.