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A tutti i miei fans

logo-agrodolce Un anno fa a quest’ora fluttuavo incerta sulle sorti del mio futuro professionale. Poi arrivò la telefonata e cominciò l’avventura Agrodolce, tra mille e strampalati risvolti.
E adesso eccomi qui, nel mio piccolo ufficietto che attendo news dal set prima di redigere il mio ultimo ordine del giorno della prima serie di Agrodolce.

Domani sera, dalla prua della nave, guarderò il porto di Palermo farsi sempre più nico davanti ai miei occhi commossi.

Ma l’emozione continua: lunedì 26 gennaio ore 20.15 NON PERDETE la nuova puntata di Agrodolce che mi vedrà regina incontrastata dello schermo…beh, proprio regina non direi…diciamo protagonista…forse non proprio…diciamo che ho un ruolo notevole…beh…proprio notevole…ecco…no, diciamo che sono una semplice figurazione speciale, :o  però parlo, eccome! è solo una scena, ma chi mi conosce si farà due risate. Allora vi attendo numerosi, miei adorati fans!

Popolo di internet in bus: un’estasiante esperienza trash!

Poche righe, per dire che il mio weekend al FaiQuelCazzoCheTiPareCamp è stata una intensa lacerazione emotiva. Nostalgia di Roma, di Wonderpaolastra, da troppo tempo in letargo, della sana e alcolica goliardia del “popolo di internet”, delle piacevoli scoperte e delle affinità elettive…una gabbia di matti su due piani si aggirava nel centro di Roma in una fredda, ma bollente notte 2.0. Tarallucci e vino istigavano l’estasiante celebrazione della gioventù, dell’amore e della passione. Che delirio…

Ancora ancora…

Palermo Tango

tango_botero.jpgAncora mi stupisco di quanto la combinazione di suoni e accordi riesca a penetrare nel profondo dell’animo umano. Restituisce quell’armonia dell’esistenza che va oltre ogni condizionamento.

E quando alla musica si affianca, voluttuoso, il piacere della visione di due corpi spalmati l’un l’altro, che volteggiano inebriati dal tango argentino, allora senti di essere parte di questo accordo universale che accomuna i sensi.
Ma il limite dell’essere semplice spettatrice e non protagonista sensuale di questo spettacolo, pungola la mia vanità e lascia in bocca un sapore amaro e malinconico, che solo una birra ghiacciata riesce ad allontanare in queste calde serate d’autunno palermitano. E, per contorno, chiacchiere, pettegolezzi e battutine tra amici/colleghi nella vivace via dei chiavettieri che chiudono il circolo di una serata speciale in una città dal fascino contradditorio.

Puntata 187: Halloween al commissariato

halloween.jpgE dentro una zucca Agrodolce oggi si nasconde un perfido avvocato che, suggerendo al proprio cliente di avvelersi della facoltà di non rispondere, spicca per fascino e charme nel piccolo commissariato di Lumera!!!

Oggi WP torna sul set, l’assistente dell’avvocato buono di qualche puntata fa ha fatto carriera, ora è un legale senza scrupoli!!!

Per la messa in onda bisognerà attendere la primavera inoltrata.

Truccoooo…

Cappuccetto Rosso

cappuccetto-rosso.jpgCappuccetto Rosso vieni vieni qua, che adesso arriva il lupo e ti mangerà…

E pensare che una volta volevo fare la regista.

Qui c’è gente che fa dell’arte a mia insaputa!

Complimenti amici e grazie, vi abbraccio forte tutti quanti.

P.S. è bello essere mielosi ogni tanto

Tutta colpa di Red Ronnie

acquarius.jpg

Oggi, cioè, ieri sera*, stavo ripensando a quando ero new age.

Tutta colpa di Red Ronnie, eh già. Era la fine degli anni ’90 quando sulla compianta Telemontecarlo 2 imperversava Help, programma musicale gggiovanile condotto dal grande (in senso fisico) Red Ronnie, il quale predicava il valore del vegetarianesimo e del rispetto della natura. Fin qua nulla da dire, se non il costante e inopportuno inveire del personaggio suddetto contro coloro che di carne si nutrivano con gusto, e la ricreca ossessiva delle coincidenze quale significato artificioso del disegno provvidenziale.  Trasognata e smarrita, ascoltavo con entusiasmo puerile la propaganda sull’armonia universale. E così, tra un tentativo di proselitismo e l’altro, passeggiavo per i prati accarezzando fiori, volteggiando sulle languide note di Enya e aspirando incensi del Nepal.

Ma il buon Red era solo una goccia nel mare dell’illusione. Il fantasma dell’inganno si aggirava nelle librerie occupando con le sue migliaia e miglia di copie gli scaffali a più strati.

LA PROFEZIA DI CELESTINO!!!

Soggiogata da una percezione alterata dalla realtà,  percorrevo il lungo e tortuoso sentiero delle coincidenze in attesa di raggiungere l’agognata Illuminazione, ma non l’ultima, quella no, la meta  aleggiava tra le righe del secondo libro, LA DECIMA ILLUMINAZIONE, che avrebbe, seppur con minore enfasi, riempito le librerie negli anni successivi.

Ma poi, un giorno, durante un’incursione improvvisata alla Feltrinelli di Bologna, trovai, tra il diario di Vasco Rossi e quello di Barbie, il DIARIO DELLA PROFEZIA DI CELESTINO!  Fulminea mi si manifestò la Verità: è tutto un mare di cazzate!!!

Due anni e mezzo mi ci sono voluti per rinsavire, per comprendere che la mia anima poteva essere in armonia con il mondo semplicemente aprendo il mio cuore a Dio.

 

E in quei due anni e mezzo (di cui uno trascorso in Germania) mi sono lasciata sfuggire succulenti e gustosi wurstel di tutte le forme, sapori e tipologie.

Ah, quelle salsicce ripiene di formaggio grasso e filante…

 

 

* scrivo la sera a casa offline

Funny Games

funny-games.jpgNon vorrei spendere molte parole per Funny Games perchè è un film che non ha, a mio avviso, alcuna validità artistica.
I due damerini di bianco vestiti non suscitano alcun fascino e alcuna inquietudine, sono scontati, noiosi, al limite del ridicolo e talvolta grotteschi.
Il tentativo di critica della società borghese fallisce sin dal principio, dal momento in cui, di questa società, non ci racconta nulla se non alcuni dettagli di forma (la bella casa di villeggiatura, la barca…) troppo scontati. La violenza fine a se stessa è mal raccontata e, alla domanda perchè ci fate questo, non mi accontenta la risposta perchè no?. O meglio lo farebbe, se le immagini o i dialoghi mi dessero l’occasione di cogliere lentamente la costruzione di un complesso e cinico funny game.
L’attribuzione di senso alle azioni dei personaggi è il punto di forza della riuscita di una bella storia, ecco perchè non tutte le storie vale la pena che siano raccontate. Il discriminante artistico sta nell’espressionismo delle immagini e delle parole. Qui non accade. E si scade nel grottesco sterile. Una regia minimalista (che può anche avere il suo fascino) per una storia mal raccontata che non comunica nè violenza nè sadismo (e non perchè non me li faccia vedere, questo al contrario, è un merito del film) ma perchè totalmente privo di tensione emotiva e narrativa nella costruzione della suspense e nella quasi totale assenza di colpi di scena. Non mi riferisco a una chiassosa ed eclatante messa in scena, ma ad un raffinato e prepotente racconto di tortura e sopraffazione psicologica e fisica.
Il gioco filosofico sul rapporto tra finzione e realtà che si rivela nel momento in cui uno dei due damerini si rivolge direttamente al pubblico o quando riporta il tempo indietro col telecomando, si esaurisce in un banale dialogo tra i due in una delle scene finali.

Funny Games è un gioco a cui ho voluto partecipare, ma non mi sono divertita.